Dimesso l’ultimo paziente Covid, chiude l’ospedale in Fiera a Milano
Dal prossimo martedì 1 marzo chiuderà l'ospedale in Fiera a Milano. A comunicare la notizia è stata la vice presidente della Lombardia Letizia Moratti su Facebook, spiegando che la chiusura arriva dopo le dimissioni dell'ultimo paziente che era ricoverato nella struttura allestita appositamente per contrastare la pandemia di Covid-19 al Portello, avvenute nella serata di ieri. "Un'altra notizia che ci fa guardare con serenità al presente e al futuro", ha dichiarato Letizia Moratti, che ha poi ringraziato "Fiera Milano e tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, e i tanti volontari che si sono adoperati nella struttura di emergenza in questi mesi di lotta al Covid".
L'ospedale in Fiera a Milano era stato inaugurato nell'aprile del 2020, durante la prima ondata della pandemia. La sua apertura era stata accompagnata da molte polemiche, ma la struttura è comunque servita da "scialuppa di salvataggio" ospitando, nei diversi moduli, centinaia di pazienti bisognosi di cure intensive per il Coronavirus. Già in passato, seguendo le diverse fasi pandemiche, l'ospedale era stato svuotato ed era rimasto vuoto, ma comunque pronto a ritornare in attività. Un ritorno che purtroppo si è reso necessario a seguito dell'incremento dei ricoveri legato alla variante Omicron.
Nelle ultime 24 ore nessun nuovo ingresso in terapia intensiva
Adesso però la situazione in Lombardia è ormai in costante miglioramento: nel bollettino di oggi, sabato 26 febbraio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono scesi sotto quota 100 (sono 98) e non ci sono stati nuovi ingressi. Da lunedì 28 febbraio, come ulteriore segno del miglioramento della situazione, la Lombardia tornerà in zona bianca: "Lo straordinario successo della campagna vaccinale ha contribuito in modo decisivo al drastico calo dei contagi e dei ricoveri – ha commentato la vice presidente Moratti -. Spero che la fase che si avvia con il ritorno in zona bianca della nostra Regione sia definitiva. È una vittoria da ascrivere essenzialmente al grande senso civico dei lombardi, di cui vado orgogliosa".