Dietrofront del museo Ermitage: le opere russe esposte a Milano possono restare
Restano al momento a Milano le opere d'arte di proprietà del museo Ermitage di San Pietroburgo, delle quali era stata richiesta alcuni giorni fa la restituzione immediata. I capolavori al momento esposti alle Gallerie d'Italia di piazza Scala e a Palazzo Reale resteranno in Italia "per diverse settimane", secondo quanto avrebbe comunicato il direttore dell'Ermitage, Michail Piotrovsky, in una nuova lettera dopo quella inviata giorni fa e nella quale, sulla scorta del clima dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina e probabilmente dell'inserimento dell'Italia nella cosiddetta blacklist, era stato chiesto l'immediato ritorno in patria delle opere russe.
L'accordo tra l'Ermitage e il ministero della Cultura russo
La decisione, confermata anche da Intesa Sanpaolo (proprietaria delle Gallerie d'Italia), arriva grazie a un "accordo con il ministero della Cultura russo secondo il quale la richiesta di un ritiro immediato delle opere da noi prestate viene attenuata". Non è stata specificata una data, ma sicuramente a questo punto la mostra "Grand tour. Sogno d'Italia da Venezia a Pompei", la cui chiusura è prevista per il 27 marzo, si chiuderà senza defezioni tra le opere esposte, tra cui cui vi sono ben 23 capolavori provenienti dall'Ermitage. Continueranno ad essere esposti a Milano anche i due dipinti che fanno parte della mostra "Tiziano e l'immagine della donna nel Cinquecento veneziano", in programma fino al 5 giugno a Palazzo Reale. Una delle opere principali della rassegna è la "Giovane donna con cappello piumato", di proprietà dell'Ermitage: negli scorsi giorni l'annuncio della restituzione del dipinto aveva scatenato una sorta di "corsa" tra i visitatori, con circa tremila ingressi solo nel weekend. Adesso gli amanti dell'arte avranno qualche giorno in più per ammirare il capolavoro di Tiziano: "Ripetiamo sempre che i ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi. Ora è venuto il tempo di proteggerli", ha scritto Piotrovsky al segretario generale di Ermitage Italia Maurizio Cecconi, grazie alla cui mediazione è stato raggiunto il "congelamento" momentaneo dei prestiti.