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Allegra Gucci a Fanpage: “Io e mia sorella vittime mai ascoltate dopo l’omicidio di nostro padre”

A 27 anni dalla morte del padre Maurizio Gucci, la figlia minore Allegra ha pubblicato il libro “Fine dei giochi”, raccontando la sua verità taciuta per quasi tre decenni.
A cura di Filippo M. Capra
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Foto Instagram: Allegra Gucci
Foto Instagram: Allegra Gucci

È uscito lo scorso 15 marzo il primo libro di Allegra Gucci, erede insieme ad Alessandra di Maurizio, ucciso il 27 marzo del 1995 a Milano, e Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni di reclusione perché considerata la mandante del delitto. Nell'opera di circa 200 pagine – i cui proventi a lei spettanti verranno interamente devoluti in beneficenza alla Fondazione Rava – Allegra Gucci racconta la sua verità dopo 27 anni di silenzio. Quasi tre decenni in cui, sostiene lei stessa, ha dovuto mordersi la lingua per non rispondere alle bugie trapelate e dichiarate da personaggi che con suo padre e la sua famiglia hanno avuto poco a che fare.

Una lettera al padre come scusa per raccontare la sua verità

In "Fine dei giochi", edito da Piemme, la più piccola delle Gucci si rivolge direttamente al padre Maurizio, come se stesse scrivendo una lettera. Il suo omicidio, ancora oggi, è una vicenda di cronaca nera che appassiona i più informati e ossessiona chi ha l'attrazione verso il crimine glitterato dei salotti bene di Milano. È quasi inutile, dunque, dire che nelle duecento pagine di libro Allegra Gucci abbia apprezzato, in parte, il lavoro dei primi e condannato le analisi superficiali dei secondi. Ma nella prima opera letteraria della ormai 41enne si scoprono anche dettagli privati e personali, un mix di emozioni che si intrecciano con gli eventi della cronaca di allora e di quella che ne è seguita. Dalle vicende giudiziarie di Patrizia Reggiani a quelle con e contro Paola Franchi sino ai giorni nostri e all'indagine sugli amministratori di sostegno dell'ex lady Gucci. Nel mezzo, la figura della nonna, madre di Patrizia, Silvana Reggiani. Una costante, per lo più in male, della vita di Allegra e delle vicende famigliari, specialmente economiche.

Attacco frontale a Paola Franchi

Ma tra un'emozione e l'altra, la Gucci trova lo spazio per la razionalità, pungendo e togliendosi tutti i sassolini accumulatisi nelle scarpe in quasi trent'anni nei confronti di chi ha approfittato del suo cognome, del potere della sua famiglia e dei vantaggi economici che avrebbe comportato una relazione con un membro della casata. Manifesto di ciò, il capitolo interamente dedicato a Paola Franchi nel quale vengono smontati, tassello per tassello, la figura e il castello di bugie della donna, compagna di Maurizio Gucci al momento dell'omicidio.

Le lettere di Patrizia Reggiani dal carcere

Tra una riga e l'altra, in cui inevitabilmente la rabbia e lo sconforto di aver perso il padre per mano di terzi si mischiano, emergono passaggi a dir poco spassosi nel pur sempre contesto tragico: la reclusione di Patrizia Reggiani al San Vittore. Allegra nel suo libro ha pubblicato alcune lettere ricevute dalla madre, condannata perché mandante dell'omicidio del padre, che – tra tutti i problemi che si possono vivere all'interno di un carcere, in primis la privazione della libertà – scriveva parole piccate (per non dire al vetriolo) alle figlie circa la mancanza di maglioncini di determinati colori piuttosto che golfini che non matchavano con il resto dell'outfit. Una donna abituata a vivere nello sfarzo che si è vista all'improvviso togliere tutto quello che aveva che non pensa ad altro se non a restare la signora Gucci anche dietro le sbarre.

Allegra Gucci a Fanpage.it: Io e mia sorella vittime mai ascoltate

Dopo aver letto il libro, sono sorte spontaneamente almeno dieci domande. Allegra Gucci, una volta letto l'articolo di Fanpage.it, ha inoltrato le sue risposte che riportiamo nella loro interezza qui sotto.

Nel libro viene lamentato un trattamento gossipparo della vicenda legata all'omicidio del padre. Eppure, nel capitolo su Paola Franchi, si allude a presunte compagnie forse sentimentali all'interno dell'appartamento della medesima durante il fidanzamento con suo padre Maurizio. Non è lo stesso trattamento denunciato nelle prime pagine?

"Nel libro ho riportato la mia vita, il mio vissuto che è ben lontano da qualsiasi tipo di gossip".

Fabio Franchini Baumann viene descritto come un secondo padre. Come è stato perderlo due anni fa? Cosa ha lasciato questo vuoto?

"Perdere Fabio Franchini Baumann è stato devastante,  e perderlo "a distanza" durante la pandemia è stato ancor più doloroso. Durante il periodo di restrizioni dovute al Covid credo che il dolore più grande per chi ha perso una persona amata sia stato quello di non poter essere li con lui/lei, per un ultimo saluto".

L'autrice dice di portare il cognome di suo marito perché con Gucci non ha più granché a che fare e perché tante altre persone se ne sono impossessate (nonostante sottolinei a più riprese l'appropriazione indebita). Sul libro però ha firmato Gucci e non perde occasione di ricordare a chi non c'entra con la famiglia che non ha diritto di portarlo a sua volta. È ancora fiera di essere una Gucci? Perché porta il cognome del marito?

"Per quanto riguarda l’uso del mio cognome, io mi chiamo Allegra Gucci. Nel libro sottolineo il fatto che in tutti questi anni, dalla morte di mio papà il cognome Gucci ha sempre attirato la curiosità, e non solo, delle persone. Motivo per il quale ho scelto di utilizzare per il quotidiano il cognome di mio marito, che non vuol dire rinnegare il mio, ma semplicemente di custodirlo in fondo al cuore. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, non ho mai scritto quello che lei riporta. In ogni caso se qualcuno non è della famiglia Gucci e quindi non porta il mio stesso cognome, non capisco quale diritto avrebbe di farlo?".

Leggendo il libro è curioso notare come nei passaggi in cui cita la madre, Patrizia Reggiani, questa venga appellata come "mamma" nei momenti positivi, e come "Patrizia" in quelli ambigui o negativi. È una scelta voluta? Cosa sta a significare?

"Mentre scrivevo il libro è stato bello ricordare la mia infanzia e i momenti belli in cui mia madre era solo mamma, mamma a modo suo. Nel libro chiaramente c’è un prima e un dopo".

Quando Patrizia Reggiani venne arrestata, l'autrice parla degli amici, o presunti tali, che gli hanno voltatole spalle dopo essere stati al loro fianco forse anche per sfruttare la potenza e la ricchezza di famiglia. Al netto di eventuali analisi più approfondite, allontanarsi da una persona prima imputata e poi condannata per omicidio può essere una buona ragione per prendere le distanze?

"Al netto di eventuali analisi più approfondite, quando gli amici sono scomparsi, mia madre non era ancora stata condannata, io e mia sorella eravamo due bambine senza parenti se non la nonna materna. Probabilmente allontanarsi da un’amica -condannata poi per omicidio – è un’ottima ragione, ma noi non avevamo colpe e soprattutto non ne abbiamo tuttora".

Al funerale di Maurizio Gucci, si legge, Milano non c'era. Chi si aspettava ci fosse? Il mondo della moda? E nelle persone di chi?

"Io non mi aspettavo nulla, di quel giorno non ricordo molto, se non la bara di mio padre davanti a me. Solo successivamente sono venuta a conoscenza delle assenze. Non mi riferisco alla mondanità milanese in senso generico, ma ai suoi amici che quel giorno non c’erano".

Nonna Silvana è stata vostra amministratrice dopo la morte del padre e l'incarcerazione della madre. Nel 1999 vende l'attico di piazza San Babila con entrata in galleria Passerella e i soldi incassati dalla cessione spariscono. Nel '99 eravate entrambe maggiorenni: perché Silvana era ancora vostra amministratrice?

"Silvana Reggiani infatti non era la nostra amministratrice, era nostra nonna e in lei ingenuamente avevamo riposto la nostra fiducia. Chi mai avrebbe potuto immaginare che dopo tutto quello che avevamo passato, nostra nonna avrebbe potuto approfittarsene. Eravamo giovani e stavamo vivendo la peggiore delle tragedie e lei era la persona che si era offerta di proteggerci".

Lamenta a sua nonna la necessità di mettere un sigillo contrattuale su tutto. Non è, più o meno, quanto fatto da suo padre con Paola Franchi nel documento poi mai firmato per via dell'omicidio di Maurizio?

"No, non è così e onestamente non comprendo la similitudine".

In un unico frangente, a pagina 176, si rivolge a suo padre come "Maurizio" e non dandogli del "tu": perché?

"Non c’è un perché,  un modo per mettere in evidenza il suo nome".

Alla fine dell'analisi sulla colpevolezza di Patrizia Reggiani, resta un dubbio: Allegra Gucci pensa che ad ordinare l'omicidio di suo padre sia stato il tumore al cervello (o le conseguenze del medesimo) di sua madre?

"Ognuno può trarre le proprie conclusioni dal mio libro, la certezza è che all’età di 46 anni mio padre ha perso la vita in un modo atroce e dopo di lui io e mia sorella siamo state le vittime che sino a oggi nessuno ha mai ascoltato".

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