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Diasorin, accordo con San Matteo resta valido: respinta istanza della concorrente Technogenetics

Restano validi gli effetti dell’accordo tra Diasorin e Policlinico San Matteo di Pavia sui test sierologici. Il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza della concorrente Technogenetics che chiedeva la revoca dell’ordinanza cautelare con cui era stata sospesa l’esecutività della sentenza del Tar Lombardia, che a sua volta aveva sospeso la validità del contratto in attesa del giudizio nel merito.
A cura di Simone Gorla
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Nuovo capitolo della vicenda giudiziaria che riguarda il discusso accordo tra la multinazionale farmaceutica Diasorin e il policlinico San Matteo di Pavia sui primi test sierologici allo studio la scorsa primavera.

Il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata oggi, venerdì 2 ottobre, ha respinto l'istanza che aveva presentato la società concorrente Technogenetics per chiedere la revoca dell'ordinanza cautelare con cui  lo stesso Consiglio di Stato avevano sospeso l'esecutività della sentenza del Tar Lombardia, che in precedenza aveva annullato gli effetti del contratto tra Diasorin e Policlinico San Matteo per la validazione dei test Covid-19.

In pratica oggi il massimo organo della giustizia amministrativa ha confermato che l'annullamento degli effetti del contratto da parte del Tar non era legittimo, ritenendo che "non sussiste alcun pericolo per la concorrenza" a causa dell'ordinanza di sospensione dello scorso 16 luglio. Non si tratta di un giudizio sulla validità dell'accordo, che era stato solo sospeso dal Tar: si attende ora il giudizio sulla questione.

In parallelo con l'iter della giustizia amministrativa, prosegue l'inchiesta della Procura di Pavia, che vede indagati i vertici della multinazionale farmaceutica e del Policlinico San Matteo per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato per l’accordo, di cui si era occupata anche Fanpage.it nel documentario “Italia lockdown – Fase 2”. La Procura di Pavia in estate aveva disposto l’esecuzione di diverse perquisizioni domiciliari e locali nei confronti di diversi soggetti indagati.

Una settimana fa la guardia di finanza di Pavia ha effettuato la copia forense del cellulare del governatore lombardo Attilio Fontana, dell'assessore Giulio Gallera e della capa della segreteria della presidenza della Regione, Giulia Martinelli (tutti non indagati). Un provvedimento contro cui i legali dei tre hanno presentato ricorso al Riesame.

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