Diana Pifferi potrebbe essere stata drogata prima di morire di stenti: attese le analisi sul biberon
Un biberon con tracce di latte e una boccetta semivuota di tranquillanti. Solo questo c'era accanto al corpicino abbandonato di Diana Pifferi, lasciata sola in casa per una settimana dalla madre. Giaceva su un lettino da campeggio, morta ormai da qualche giorno. Il cuscino mordicchiato, probabilmente per i crampi della fame.
Si svolgeranno quindi dal prossimo 28 settembre gli accertamenti tecnici proprio sul biberon e sulla boccetta di En disposti dal pm Francesco De Tommasi che indaga sulla morte della piccola Diana, la bimba lasciata per sei giorni a casa sola dalla madre. Ovvero Alessia Pifferi, detenuta a San Vittore dal 31 luglio con l'accusa di omicidio volontario aggravato.
Diana è stata drogata dalla madre?
La piccola sarebbe morta di stenti, intrappolata in piena estate dentro un appartamento della periferia est di Milano. E se la madre giura di non averla drogata, nonostante la presenza di quella boccetta sospetta, i dubbi restano parecchi. Uno su tutti: perché i vicini non hanno mai sentito piangere Diana?
Ma cosa potrebbe accadere, se le perizie confermassero invece la presenza delle benzodiazepine nel latte di Diana? Lo scenario peggiore. Per Alessia Pifferi potrebbe scattare l'ergastolo: si tratterebbe infatti, secondo la legge, di omicidio premeditato.
"Sapevo che poteva andare così"
"Sapevo che poteva andare così", erano state le primissime parole di Alessia, dopo il ritrovamento della figlia morta. Un disgraziato effetto collaterale, sottovalutato da chi doveva prendersi cura di Diana. Oppure no?