Di Fazio, il manager condannato per violenza sessuale: come si è arrivati alla pena a 15 anni e mezzo
Antonio Di Fazio è stato condannato a una pena di 15 anni e sei mesi di carcere. L'udienza del processo con rito abbreviato si è svolta nella giornata di ieri, venerdì 8 aprile. In totale sono sei le donne che sono state narcotizzate, fotografate, violentate e – nel caso dell'ex moglie – maltrattate. La Procura aveva chiesto una condanna di nove anni, ma il giudice dell'udienza preliminare lo ha condannato a molti di più.
La denuncia della studentessa universitaria
Di Fazio è stato arrestato lo scorso maggio: le manette sono scattate dopo la denuncia di una studentessa universitaria di 21 anni. La ragazza aveva raccontato che il manager l'aveva attirata nel suo appartamento con la scusa di uno stage nella sua azienda: l'aveva drogata, violentata e fotografata. E su quel cellulare che sono state trovate le foto di altre ragazze. Tutte fotografate in uno stato di incoscienza. Con alcune di loro avrebbe avuto delle relazioni sentimentali, ma con altre – come nel caso della 21enne – no.
Le minacce e i maltrattamenti nei confronti dell'ex moglie
Grazie a questa denuncia e alle successive indagini, gli inquirenti hanno portato alla luce anche le minacce subite dall'ex moglie. La donna, in passato, aveva denunciato i maltrattamenti, ma erano stati archiviati. Alcuni mesi dopo l'arresto, Di Fazio è stato trasferito in una clinica psichiatrica dove è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Ieri è arrivata la sentenza che, gli avvocati del manager, ritengono sproporzionata. Il giudice invece ha deciso di condannarlo a 15 anni ritenendo che le violenze non fossero in continuazione tra loro, ma considerandoli come singoli episodi e sommando quindi le pene di ogni violenza. Sono stati inoltre stabili i risarcimenti alle vittime: 98mila euro per la studentessa e 14mila per le altre parti civili.
Gli avvocati di Di Fazio: Faremo ricorso
Ovviamente gli avvocati difensori di Di Fazio attenderanno le motivazioni della sentenza per poi procedere con il ricorso in Appello. L'avvocato dell'ex moglie dell'imprenditore, Maria Teresa Zampogna, ha riportato la soddisfazione della sua cliente che "finalmente è stata ascoltata, creduta e ha ottenuto giustizia riappropriandosi di quella dignità e quel rispetto calpestati per anni".