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“Devo lasciare Milano per tornare in Sicilia, ma sarò senza lavoro dopo anni di supplenze”: la storia di Valeria

“Da settembre resterò senza un lavoro dopo anni da insegnante in diverse scuole”: a raccontarlo a Fanpage.it è Valeria, una docente titolare di supplenza che però non potrà accedere ai percorsi abilitanti come altri 250mila precari storici.
A cura di Ilaria Quattrone
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Valeria è una docente di 36 anni, originaria della Sicilia, che ha insegnato tra Torino e Milano e che da settembre rischia anche lei, come la sua collega Anna, di rimanere senza lavoro. Anche lei è una "triennalista", cioè una insegnante che annualmente è titolare di una supplenza e che ha tre o più anni di esperienza nella scuola. Per l'assegnazione delle supplenze esistono una prima e seconda fascia. In prima ci sono coloro che sono abilitati a una classe di concorso e cioè persone che hanno svolto percorsi abilitanti più di dieci anni fa o hanno superato concorsi che davano possibilità di abilitarsi pur non vincendoli (spesso chi si colloca nei primi posti vince anche il ruolo, tutti gli altri ricevono l'abilitazione che consente l'accesso in prima fascia). Nella seconda fascia ci sono coloro che non sono abilitati.

Ad agosto 2023 i percorsi abilitanti, che quindi potrebbero permettere a coloro che sono in seconda fascia di passare nella prima, sono stati finalmente attivati attraverso un Dpcm che (almeno inizialmente) prevedeva che tutti senza alcuna distinzione potessero parteciparvi: "Il Governo ha però successivamente deciso che avrebbero potuto parteciparvi solo coloro che hanno già un'abilitazione in una classe di concorso. A febbraio, con una nota ministeriale, è stata data la possibilità anche a chi ha svolto un percorso su sostegno di abilitarsi su materia. Sostanzialmente è stato escluso chi non è abilitato in nessuna classe di concorso o non è specializzato su sostegno", ha precisato Antonio Sanfilippo referente del Comitato Triennalisti.

"Questo ha dato vita a una situazione paradossale: da una parte persone che hanno conseguito una laurea due anni e mezzo fa, che lo scorso anno hanno svolto un percorso su sostegno e che quest'anno passeranno in prima fascia perché potranno abilitarsi su materia senza aver svolto nemmeno un giorno di insegnamento. Dall'altra parte tante altre con anni di servizio, che resteranno invece in seconda fascia. È stato praticamente creato un sistema di diseguaglianza: con categorie che ne scavalcheranno altre", ha proseguito.

Per sopperire a questo problema ad aprile è stato comunicato che ne saranno previsti anche per i triennalisti: "Anche in questo caso però sorge un problema: se per gli abilitati su una classe di concorso o chi è specializzato su sostegno saranno previsti corsi a numero aperto, per gli altri saranno a numero chiuso: parliamo di venti posti per provincia e classe di concorso. Siamo anche disposti ad aspettare uno o due anni per poterli svolgere, ma entreranno pochissime persone". Il rischio è quindi che da settembre diversi insegnanti resteranno senza un lavoro. Tra loro c'è anche Valeria.

"Ho una laurea triennale conseguita in Sicilia. Per la laurea magistrale, ho scelto di trasferirmi a Bologna. Il mio intento è sempre stato quello di insegnare. Mi sono laureata nel 2016, ma all'epoca non erano previsti più da diverso tempo percorsi abilitanti", ha raccontato a Fanpage.it. 

"Ho deciso quindi di svolgere un master in progettazione multimediale e ho iniziato a lavorare in un'azienda a Torino. Ho ricevuto una prima convocazione per svolgere una supplenza e, da quel momento, ho iniziato con le supplenze annuali. Da allora sono trascorsi sei anni. Ho prevalentemente insegnato negli istituti Cpia (Centri provinciali per l'istruzione degli adulti) che sono scuole statali indirizzate a persone dai sedici anni in su e che devono acquisire la licenza media. Gli studenti sono prevalentemente migranti", ha precisato.

Valeria ha lavorato per quattro anni in questo settore: "I primi due anni in sedi "regolari". Mi sono specializzata inoltre perché non basta avere una laurea per poter insegnare l'italiano come seconda lingua. Nei due anni successivi sono stata convocata dalle sedi carcerarie dei Cpia: un anno ho lavorato nell'istituto penitenziario di Ivrea (Torino), un anno al carcere minorile Cesare Beccaria a Milano, città dove mi ero trasferita per motivi personali. Da quest'anno insegno italiano, storia e geografia in una scuola media a Trezzano che non ha nulla a che vedere con i Cpia".

"Mi sarebbe piaciuto continuare a insegnare a migranti e detenuti. Anche in questo caso le cose non funzionano bene. L'assegnazione delle supplenze infatti avviene tramite un algoritmo, il cui funzionamento è abbastanza oscuro. Adesso da settembre rischio di rimanere senza lavoro".

"Io avevo diversi progetti di vita. Ho lavorato per anni al nord. Qui il costo della vita è molto alto e, per questo motivo, mi sarebbe piaciuto tornare in Sicilia. Avendo nelle graduatorie un punteggio medio alto, speravo di potermi trasferire nella mia terra come precaria. Attualmente sto sostenendo un concorso proprio nella mia regione: il problema è che anche qui sembrerebbe esserci poca trasparenza. Hanno estratto una lettera per l'avvio delle prove orali, ma sul sito è stato pubblicata una comunicazione che ha evidenziato come sarà avviata una seconda procedura di estrazione. Non è stato spiegato il motivo, anche se dovrebbe essere specificato".

"Il mio compagno si è licenziato dal suo posto di lavoro a Milano e ha trovato un impiego giù. Io comunque tornerò in Sicilia, ma con la certezza matematica di non lavorare a causa di questa ordinanza ministeriale che esclude noi precari storici", ha affermato ancora Valeria.

Per questo motivo il Coordinamento Triennalisti ha preparato un ricorso al Tar – che sarà depositato intorno al 10-12 giugno – per sospendere le Gps (graduatorie provinciali per le supplenze) e per procedere con l'inserimento in prima fascia in attesa di poterci abilitare.

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