video suggerito
video suggerito

Detenuto in 2,6 metri quadrati: per il tribunale è disumano, ma ottiene soli 7mila euro di risarcimento

Un uomo è stato detenuto nel carcere di Bergamo per due anni dove ha vissuto in una cella di 2,6 metri quadrati. Ha così deciso di fare causa. Sia il tribunale di Sorveglianza che la Corte di Cassazione gli hanno dato ragione, ma nonostante questo gli hanno riconosciuto solo 7mila euro.
A cura di Ilaria Quattrone
40 CONDIVISIONI
(Immagine di repertorio)
(Immagine di repertorio)

Un uomo è stato detenuto per due anni nel carcere di Bergamo e, in quel periodo, è stato costretto a vivere in una cella che era larga 2,6 metri quadrati. La casa circondariale di via Gleno è tra gli istituti penitenziari lombardi che deve fare i conti con il sovraffollamento.

Questo elemento impedisce ai trattenuti di vivere in condizioni umane. E proprio per questo motivo, l'uomo ha deciso di fare causa alla struttura: l'accusa è di "detenzione attuata in condizioni inumane e degradanti".

Il ministero della Giustizia ha impugnato la decisione dei giudici

Il Tribunale di Sorveglianza di Brescia gli ha dato ragione. Peccato però che, nonostante anche i giudici credano che abbia vissuto in una situazione indegna, hanno ritenuto che quei due anni e cinque mesi valgano un risarcimento di soli settemila euro.

Si tratta quindi di appena 7,97 euro al giorno. Eppure, nonostante la cifra irrisoria, il ministero della Giustizia ha comunque deciso di impugnare la decisione.

Per il ministero, infatti, l'uomo era ristretto in una cella che aveva finestre, servizi igienici finestrati e con doccia con acqua calda. Aveva anche la possibilità di poter restare fuori dalla camera di pernottamento dalle 8.30 alle 20.30 e rimanere nei cortili per quattro ore.

A questo si aggiunge poi il lavoro come inserviente in cucina. Sostanzialmente per il dipartimento tutte queste condizioni compensano la mancanza di spazio. Per loro non si può ritenere che nel suo periodo di detenzione fosse in un regime inumano.

La sentenza della Corte di Cassazione

Questa tesi non ha però convinto la Corte di Cassazione. Ha infatti dato ragione al Tribunale di Sorveglianza: "Ha correttamente osservato che il periodo interessato dall'assenza di adeguati spazi all’interno della cella è stato infatti particolarmente ampio, essendosi protratto per ben 878 giorni".

Eppure non è stata apportata alcuna modifica alla cifra per il risarcimento. Nonostante le condizioni deplorevoli, quell'uomo ha potuto ottenere solo settemila euro.

40 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views