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Detenuto evade dall’ospedale lanciandosi dalla finestra: poliziotto di 28 anni lo insegue e finisce in coma

Oggi, giovedì 21 settembre, un detenuto è evaso dall’ospedale San Paolo di Milano scappando da una finestra al piano terra. Un poliziotto, nel tentativo di fermarlo, è caduto: è in coma.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, giovedì 21 settembre, un detenuto è evaso dall'ospedale San Paolo di Milano. Stando a quanto riferisce il segretario del sindacato del Corpo della polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, l'uomo si sarebbe lanciato da una finestra. Un poliziotto lo ha inseguito e nel tentativo di fermarlo è caduto e ha sbattuto la testa. È in coma.

La dinamica dei fatti

Sulla base di quanto appreso da Fanpage.it, i fatti sarebbero avvenuti alle 5.20: l'uomo, Mordjane Nazim, palestinese di 32 anni, si trovava in una stanza del pronto soccorso al piano terra. Sarebbe riuscito a fuggire da una finestra che si apre verso l'alto ed è larga quaranta centimetri.

L'agente che lo piantonava – ha 28 anni – lo ha inseguito ed è caduto battendo la testa. Avrebbe riportato un trauma cranico, emorragia cerebrale e lesioni alle vertebre cervicali. È stato subito soccorso dagli operatori del pronto soccorso, poi stabilizzato e intubato. Il 28enne è stato poi trasferito all'ospedale San Carlo dove è stato ricoverato in Rianimazione in prognosi riservata. In mattinata è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico.

Mordjane Nazim
Mordjane Nazim

Il detenuto era arrivato nella serata di ieri, mercoledì 20 settembre. Aveva riportato alcune ferite dopo un litigio con alcuni compagni che si trovavano in carcere a San Vittore con lui. Il 32enne era stato arrestato con l'accusa di rapina in concorso dopo che ad agosto aveva rapinato una persona del suo Rolex.

Di Giacomo a Fanpage.it: Solo nell'ultimo mese 4 tentativi di evasione

"Negli ultimi due anni sono aumentati gli episodi di questo tipo – spiega a Fanpage.it Di Giacomo -. Solo nell'ultimo mese sono già avvenuti quattro tentativi di evasione dagli ospedali. È aumentato anche il numero di suicidi in carcere: l'anno scorso sono stati 84, quest'anno sono già 54″.

Per il sindacalista, la responsabilità "è anche del Governo che non mette in campo nessuna soluzione concreta. È una situazione ingestibile. Il dipartimento della amministrazione penitenziaria andrebbe rivisto perché probabilmente non sono in grado di gestire una situazione così complicata".

"Evidentemente questo Governo ha fallito: non è stato messo in campo nessun investimento. L'unica cosa che è stata fatta, è stato assumere tremila poliziotti penitenziari che però basteranno a malapena a coprire chi andrà in pensione".

Mancano anche i medici e gli operatori sanitari: "Negli ultimi due mesi c'è stato un fuggi fuggi di medici perché c'è stato un aumento delle ospedalizzazioni. Sono aumentati i casi di medici picchiati da detenuti: la situazione è diventata ingestibile. Quello che la politica fa per risolvere il problema è non parlarne. A nessuno interessa ciò che succede in carcere".

A questo si associa un altro dramma: "Sono solo i 10mila i detenuti che andrebbero tenuti in carcere. Circa ventimila sono tossicodipendenti, alcol dipendenti o psichiatrici. Prima di essere detenuti, però sono pazienti. È vero che gli ospedali psichiatrici erano diventati lager, ma forse sarebbe stato necessario rivederli e non chiusi. Le Rems non sono sufficienti né hanno le capacità per poter trattenere persone con problemi simili".

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