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Detenuto evade dal carcere di Bollate: “Ha premeditato la fuga, se ne sono accorti ore dopo”

“Sono necessari intervenuti strutturali nel carcere di Bollate, la struttura è inefficiente”, è la denuncia del sindacato di polizia penitenziaria. Il detenuto, con fine pena nel 2032, sarebbe fuggito dall’officina del carcere.
A cura di Francesca Del Boca
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Un detenuto sarebbe evaso dal carcere di Bollate, dall’officina interna al carcere dove alcuni detenuti lavorano nell'ambito di un progetto di formazione e recupero. Si tratterebbe di un uomo di etnia rom con fine pena nel 2032, che ora si troverebbe quindi a piede libero. A riportarlo è il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.

"Il detenuto, impiegato nell'officina del carcere, è scappato di prigione alle 10 di ieri mattina, sabato 22 giugno, ma gli agenti se ne sono accorti solo alle 22, nel corso della conta", ha spiegato Alfonso Greco, segretario del Sappe Lombardia. ". Da un successivo controllo della cella in cui era ristretto, è stato rilevato che non c'erano più i suoi effetti personali, quindi l'evasione è stata sicuramente premeditata". 

"L'evasione riapre la ferita delle condizioni della struttura di Bollate e quindi l'inefficienza di un'amministrazione che, nonostante le continue segnalazioni, continua ad ignorare le problematiche", si legge nella nota sindacale della polizia penitenziaria. "È inaccettabile che ancora oggi avvengano evasioni in modo così rocambolesco solo perché, proprio l'amministrazione, non ha ancora effettuato i necessari interventi strutturali".

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