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Detenuto di 31 anni si toglie la vita nel carcere di Cremona: è il 59esimo caso dall’inizio dell’anno

Un uomo di 31 anni di nazionalità marocchina e senza fissa dimora si è tolto la vita ieri 3 agosto nel carcere di Cremona: salgono a 59 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno.
A cura di Giorgia Venturini
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(immagine di repertorio)
(immagine di repertorio)

Altro suicidio nelle carceri italiane. Ieri sera alle 19.15 nel carcere di Cremona un uomo di 31 anni di nazionalità marocchina e senza fissa dimora si è tolto la vita: gli erano stati contestati i reati di rapina e violenza sessuale.

A dare la notizia è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Che poi denuncia quanto sta accadendo: "È il 62esimo detenuto dall'inizio dell'anno a cui è stata inflitta la pena di morte di fatto, con il boia invisibile che vi dà esecuzione random. A queste morti, vanno aggiunti i sette appartenenti alla polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024. Numeri assurdi, mai visti in precedenza, indegni per un paese civile che, evidentemente, l'Italia, almeno in questo frangente, dimostra di non essere sino in fondo". Con questo ultimo caso salgono a 59 i suicidi nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno.

De Fazio poi aggiunge: "Vogliamo peraltro precisare, senza polemica alcuna e senza voler minimamente ingigantire un tema tragico, come quello dei suicidi, che è già di proporzioni abnormi al di là dello scarto di due o tre decessi che da altri non vengono catalogati come tali, che i nostri conteggi sono frutto di risultanze acquisite attraverso nostri canali informativi, autonomi e indipendenti, e che coordiniamo costantemente con RadioCarcere (Radio Radicale), Ristretti Orizzonti e altre associazioni indipendenti. D'altronde, sono ben 14 i decessi di cui, sotto un profilo strettamente tecnico-giuridico, non è stata accertata la causa e che ben potrebbero derivare da suicidio sommandosi al dato ufficiale".

Il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria inoltre ribadisce che si tratta di un fallimento dello Stato: "Omicidi, suicidi, rivolte, evasioni, risse, stupri e traffici illeciti richiedono interventi tangibili e immediati che non si rinvengono minimamente nella sterile propaganda di governo. Del resto, se il vice-presidente del consiglio, Antonio Tajani, ha dichiarato che ‘ogni suicidio di un agente penitenziario e di un detenuto è un fallimento dello Stato‘ e se le parole hanno ancora un senso, 62 reclusi e 7 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel solo 2024 dovrebbero indurre ad azioni consequenziali. Ma questo, e ci risiamo, in un paese civile e, aggiungiamo, normale".

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