video suggerito
video suggerito

Detenuto di 30 anni muore in carcere a Lodi, la Procura dispone l’autopsia

La Procura di Lodi ha disposto l’autopsia sul corpo del 30enne deceduto tra il 7 e l’8 ottobre in una cella del carcere cittadino. Un primo esame avrebbe escluso la possibilità di una morte violenta.
A cura di Enrico Spaccini
38 CONDIVISIONI
(immagine di repertorio)
(immagine di repertorio)

Un 30enne è deceduto nel carcere di via Cagnola a Lodi nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 ottobre. La Procura ha disposto l'autopsia per definire le cause della morte del detenuto. Stando a quanto emerso da un primo esame, pare che il decesso possa essere compatibile con un eccesso di psicofarmaci. Sembrerebbe esclusa, invece, che la morte possa essere sopravvenuta per cause esterne come un'aggressione.

Il 30enne aveva origini brasiliane ed era ospite della terza sezione del carcere lodigiano, dove i detenuti possono godere di una maggiore libertà di movimento. Il giovane aveva alle spalle problemi di tossicodipendenza. Era stato trasferito nella casa circondariale di via Cagnola lo scorso 3 ottobre, dopo che aveva avuto alcuni segnali di incompatibilità con altri detenuti a Busto Arsizio.

Nella notte tra il 7 e l'8 ottobre, il 30enne ha iniziato a sentirsi male. Pare che prima di andare in arresto cardiaco abbia vomitato. L'equipe di emergenza del 118 ha provato a rianimarlo, ma alla fine i sanitari hanno dovuto dichiarare il suo decesso. L'esatta causa della morte sarà chiarita dall'autopsia che la pm di Lodi, Laura Pedio, ha disposto sul corpo del 30enne. Il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) ha escluso la possibilità di un'eventuale morte violenta.

Solo pochi giorni prima, il 5 ottobre, il Sindacato aveva denunciato la "grave carenza di personale in cui versa l'istituto penitenziario di Lodi". Questo porterebbe alcuni agenti di polizia a svolgere turni "che arrivano fino a 10 o addirittura anche più ore consecutive". Alla mancanza di organico, si aggiunge poi il sovraffollamento delle celle. La consigliera regionale Roberta Vallacchi nel corso dell'ultima visita al carcere di via Cagnola aveva denunciato la presenza di 80 detenuti quando l'istituto dovrebbe accoglierne appena 40.

38 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views