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Detenuto 18enne muore carbonizzato a San Vittore: l’anno scorso era stato assolto per vizio di mente

Il 18enne, morto carbonizzato a San Vittore (Milano), era stato assolto due volte per vizio totale di mente. I giudici ritenevano la sua condizione incompatibile con quella del carcere.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Questa notte un detenuto di 18 anni è morto carbonizzato all'interno del carcere San Vittore di Milano. Il diciottenne si chiamava Joussef Barson. Sembrerebbe che, prima dell'arresto da maggiorenne, fosse stato assolto due volte per altrettante rapine dal Tribunale dei Minorenni.

L'assoluzione per vizio totale di mente

Come riportato dall'agenzia di stampa Agi, era stato assolto per vizio totale di mente. A certificarlo è stata una perizia psichiatrica: era stato infatti accertato che non fosse in grado di intendere e di volere e che quindi non era compatibile con il carcere. I giudici avevano quindi disposto l'applicazione della misura di sicurezza della comunità terapeutica. Lo avevano infatti ritenuto socialmente pericoloso.

I dati clinici "permettono di concludere per la necessità di cura di un contesto altamente protetto che assicuri condizioni di cura integrate in cui è da ritenersi essenziale un'adeguata terapia farmacologica", è riportato nella perizia psichiatrica datata 9 ottobre 2023. A luglio era stato arrestato nuovamente ed era finito in carcere. Il suo attuale legale aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari di acquisire la perizia psichiatrica.

Aveva inoltre ottenuto la fissazione della data del processo immediato.

L'iscrizione del compagno di cella al registro degli indagati

Nel frattempo il compagno di cella del ragazzo di 18 anni è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. L'iscrizione è un atto dovuto per procedere con tutti gli accertamenti del caso, tra cui l'autopsia sul corpo dell'adolescente.

Sulla base di quanto ricostruito fino a questo momento, è possibile che siano state appiccate le fiamme a un materasso che era stato portato in bagno. Un'azione che entrambi potrebbero aver fatto come forma di protesta. Le fiamme però sono state sfuggite al loro controllo e avrebbero attaccato il 18enne che è morto così carbonizzato.

Il compagno di cella avrebbe quindi iniziato a urlare richiamando l'attenzione degli agenti. Gli investigatori sono così riusciti a salvarlo. Il detenuto sarà sentito in queste ore per fornire la propria versione dei fatti.

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