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Detenuta a 85 anni per aver occupato una casa: “Non è orientata, situazione grave”

La denuncia di Associazione Antigone sulle condizioni di una detenuta anziana e non autosufficiente, reclusa a San Vittore. “Non deve stare in carcere”
A cura di Francesca Del Boca
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Il carcere milanese di San Vittore
Il carcere milanese di San Vittore

Non è in grado di dire quanti anni ha, non si orienta nello spazio e nel tempo, non parla, è di una "gracilità assoluta". Questa, secondo le parole del Garante dei detenuti del Comune di Milano Francesco Maisto, è la condizione in cui si trova una detenuta 85enne, reclusa a San Vittore per scontare una condanna (di appena 8 mesi) per occupazione abusiva.

A denunciare la vicenda l'Associazione Antigone, che si occupa dei diritti dei detenuti. "Bisogna intervenire al più presto. La situazione è grave".

"Situazione al limite dell'assurdo"

"È finita l'umanità di questi tempi. Nessuno l'ha proprio guardata in faccia, questa detenuta", denuncia infatti anche il Garante. Non solo con parole dure, ma anche attraverso una segnalazione al Tribunale di sorveglianza milanese. E nonostante i ripetuti solleciti dell'istituto e un'istanza di scarcerazione, l'anziana resta ancora dietro le sbarre.

San Vittore
San Vittore

La condanna per occupazione abusiva

La donna, condannata mesi fa per aver occupato abusivamente un appartamento, si trovava ai domiciliari. A seguito di un controllo in cui non è stata trovata in casa (la roulotte di un campo nomadi ai margini della città), la Procura di Milano le ha però revocato il decreto di sospensione dell'esecuzione della pena, ed è quindi ritornata in carcere due settimane fa.

Non è in grado di badare a sé stessa

Qui, a San Vittore, viene quotidianamente assistita dalle altre detenute, visto che non è in grado di badare a sé stessa. "È una persona non orientata nello spazio e nel tempo, claudicante e non autosufficiente. Era una pena da differire o sospendere", conclude Maisto.

L'appello dell'Associazione Antigone

"La vicenda investe due questioni: la sempre maggior frequenza con cui persone anche ultrasettantenni o ultraottantenni entrano in carcere, e la questione centrale della residenza, che impedisce una vera e propria presa in carico da parte dei servizi, lasciando al penitenziario l'onere di gestione residuale", sottolinea Valeria Verdolini, responsabile della sede lombarda di Antigone.

"La richiesta che facciamo è che per questa anziana donna si trovi il prima possibile una soluzione che le consenta di scontare la pena in un luogo più confacente e sicuro, per la sua età e le sue condizioni di salute".

"Alternative alla detenzione per i detenuti anziani"

Dello stesso avviso ottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. "Al 30 giugno 2022 si contavano 1.065 detenuti che hanno più di 70 anni, quasi il 2 per cento della popolazione detenuta. Un numero che negli anni recenti è in costante crescita. Serve grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione".

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