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Derubato di oltre 200mila euro via sms: raggirato da un finto operatore del servizio antifrode

Un anziano è stato truffato e derubato di 240mila euro: un sedicente operatore di un servizio antifrode gli avrebbe detto che i suoi dispositivi stavano ricevendo un attacco informatico.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
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Un anziano di Milano è stato truffato e derubato di oltre 200mila euro via sms. Attraverso la sua denuncia, è stato possibile avviare le indagini e accusare 18 persone per truffa aggravata. Le forze dell'ordine hanno svolto perquisizioni tra Toscana e Campania. Le investigazioni, condotte dal centro centro operativo per la sicurezza cibernetica Lombardia e dalla Procura, sono durate circa un anno.

Sulla base di quanto ricostruito, l'anziano ha ricevuto un messaggio riconducibile al servizio clienti del proprio istituto di credito: lungo il testo si sosteneva dell'esistenza di un attacco informatico in corso sul suo dispositivo mobile e sui conti correnti che sono collegati. Cliccando su un link avrebbe potuto avviare una presunta procedura di blocco.

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Subito dopo, ha ricevuto la telefonata di un sedicente operatore del servizio antifrode che gli avrebbe confermato l'attacco e convinto a trasferire i propri risparmi su conti sicuri. L'uomo avrebbe quindi spostato il denaro con alcuni bonifici verso Iban riconducibili a conti correnti italiani. Il metodo utilizzato è quello dello spoofing, una telefonata che sembrerebbe arrivare dal vero numero di telefono dell'ufficio di polizia postele competente per territorio.

In questo modo lo hanno privato di 240mila euro.

Gli accertamenti condotti dal Cosc Lombardia hanno permesso di risalire all'identità di 18 persone, undici delle quali con diversi precedenti penali. Sette sono residenti nell'agro aversano, otto a Napoli, due a Battipaglia e uno a Livorno. La polizia consiglia di diffidare da chi si spaccia per un assistente del servizio clienti della propria banca o da un operatore della polizia postale che chiede di eseguire bonifici o pagamenti. Gli stessi istituti di credito, infatti, affermano che non chiedono mai a propri clienti di muovere somme di denaro.

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