Denuncia una molestia e l’uomo viene assolto: “Per la giudice avrei dovuto reagire prima di 20 secondi”

Parla a Fanpage.it Barbara D’Astolto, la hostess che nel 2018 ha denunciato un sindacalista per violenza sessuale. L’uomo è stato assolto anche per il tempo di reazione – 20-30 secondi – della donna.
A cura di Chiara Daffini
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Barbara D'Astolto
Barbara D'Astolto, ex hostess

Barbara D'Astolto nel 2018 faceva la hostess e durante un incontro con un sindacalista denuncia di aver subito molestie sessuali. La sua accusa si somma a quella di altre colleghe. Scatta la denuncia e poi il processo. Ma i giudici assolvono in primo e in secondo grado l'uomo denunciato. Tra le motivazioni della sentenza di primo grado, poi confermata in appello, il tempo di reazione della donna: 20-30 secondi. Secondo l'avvocato dell'uomo, infatti, non appena lei ha detto di no lui si è subito fermato e pertanto non era una violenza, bensì un tentativo di approccio. "Io non prendo appuntamento col sindacato quando ho bisogno di un massaggio", commenta la ex hostess, che oggi ha cambiato lavoro, con Fanpage.it.

Barbara, che cosa è successo a marzo del 2018?
"Avevo delle cause civili con la mia azienda. Una era già in atto e un'altra la stavamo valutando. Il sindacalista mi aveva dato appuntamento negli uffici, che sono nei pressi dell'aeroporto di Malpensa, e mi aveva detto ‘Ci vediamo intorno alle 17'. Ho aspettato per un po’, lui ha iniziato a fare molto tardi e si è presentato con un’ora e mezza di ritardo circa, quando ormai gli uffici avevano chiuso".

Com'è andato l'incontro?

"Quando è arrivato, ha aperto l'edificio chiuso con le sue chiavi. Ci siamo accomodati in un ufficio e io ho iniziato a raccontargli dei miei contenziosi con l'azienda, ma lui sembrava molto disinteressato, tendeva a minimizzare i fatti, non mi ascoltava. Quando ho visto che proprio non mi dava retta, ho iniziato a spazientirmi. Ho preso in mano i documenti e gli ho detto ‘Ma lasciami sfogare!'. Al mio ‘lasciami sfogare' lui, che era seduto di fronte a me dall'altra parte della scrivania, si è alzato, è andato alle mie spalle, ha aperto la porta e ha guardato fuori dicendomi ‘Puoi sfogarti quanto vuoi, guarda, tanto non c'è nessuno'. E ha chiuso la porta".

E poi cos'è successo?

"Ho iniziato a leggere i documenti, i ricorsi. Ero seduta, lui invece era in piedi dietro di me. Ha iniziato a mettermi le mani sul collo, a toccarmi, a baciarmi e massaggiarmi le spalle e la schiena.

Come hai reagito?

"Sono rimasta gelata, incredula. Non riuscivo a capire se me lo stessi immaginando io o se stesse succedendo per davvero. E continuavo a leggere. Lui intanto non smetteva di toccarmi, anche il seno, e quando mi ha infilato le mani dentro i pantaloni, sul di dietro, e mi ha tirato su gli slip come se avesse voluto dirmi “Ora alzati!”, allora lì mi sono svegliata e ho detto ‘Ma ma cosa ca**o stai facendo?'. E lui mi ha detto ‘Ti sto facendo rilassare',sempre sussurrandomelo viscidamente nell'orecchio. Al che io gli ho detto ‘No, tu mi stai facendo inc***are'".

Come ti sei divincolata?

"Ho deciso freddamente di non fare una scenata perché avevo paura, non lo conoscevo, l'avevo visto forse tre-quattro volte. E sapevo di essere fisicamente in svantaggio, oltre che sola in un ufficio vuoto. Ho raccolto le mie cose, sono salita in macchina e correvo. Poi mi sono fermata in una piazzola e lì ho avuto il crollo".

Quando hai deciso di denunciare?

"All'inizio dicevo ‘Cosa denuncio, che è la mia parola contro la sua? Non c'era nessuno. Chi mi crede?'. Poi è passato del tempo e un giorno, in volo, una collega che sapeva che mi ero rivolta a lui, mi ha detto ‘Ma tu ti fidi? Su di lui girano delle storie pessime'. È stata lei a darmi il numero di una ex collega che mi ha raccontato la sua vicenda simile alla mia. Questa a sua volta mi ha dato un altro numero di un'altra collega ed è andata avanti così. A luglio dello stesso anno ho preso coraggio e ho finalizzato la denuncia, poi siamo arrivati al processo".

Però il sindacalista è stato assolto in due gradi di giudizio.

"Io pensavo che le cose fossero chiare e lampanti. Non era più la mia parola contro la sua, ma era la parola di altre quattro donne che sono venute tutte a Busto Arsizio a testimoniare. Tutte abbiamo raccontato la stessa storia e invece sono riusciti a dargli un'attenuante, l’attenuante è che io ci ho messo troppo a reagire. Quando mi è stato chiesto quanto è durato, io ho detto ‘Il tutto sarà durato circa 20-30 secondi'.

La seconda motivazione per cui l'hanno assolto era che lui, trovandosi alle mie spalle, non aveva la possibilità di guardarmi in viso e cogliere la mia paura, il mio terrore negli occhi. La giudice ha detto che l'approccio sessuale, iniziato con un ‘mero' massaggio, io avrei dovuto interromperlo prima. Ma io mi chiedo: il ‘mero' massaggio, al signore, chi glielo aveva chiesto? Io non prendo appuntamento col sindacato quando ho bisogno di un massaggio".

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