Denuncia la compagna per sottrazione internazionale di minore: “Trattiene nostro figlio da quasi sei anni in Germania”

"Trattiene nostro figlio da quasi sei anni in Germania". A parlare è Giovanni (nome di fantasia), papà di Luca (altro nome di fantasia) che negli ultimi cinque anni e mezzo dei suoi sei anni di vita ha potuto vedere solo pochi giorni. Questo perché la madre, di nazionalità tedesca, dopo aver chiuso i rapporti poco dopo la nascita del figlio ha fatto ritorno in Germania impedendo – di fatto – a Giovanni di vederlo. Di tutta risposta l'uomo ha sporto denuncia per sottrazione internazionale di minore.
Tutto inizia a Londra nel 2019 quando nasce Luca. Qualche mese dopo la nascita la compagna si reca in Germania per far conoscere il piccolo alla madre. "Sarebbe dovuta tornare subito, invece ha chiuso ogni rapporto. Un muro invalicabile. L’inizio di uno strazio indicibile", ha raccontato Francesco a Il Corriere della Sera dopo anni di battaglie legali. Di fronte a questo muro, è scattata la prima denuncia per sottrazione internazionale di minore che, almeno inizialmente, sembra funzionare tanto che la donna invita Giovanni ad Amburgo dove ha la possibilità di vedere il figlio.
È a questo punto che Giovanni ritira la denuncia e la coppia decide di trasferirsi in Italia a Cremona, dove il bimbo viene iscritto all’anagrafe. Bastano pochi mesi, però, e la situazione precipita nuovamente. A dicembre la madre riparte con il figlio per la Germania dicendo di voler trascorrere le feste in famiglia, ma, al posto di tornare come promesso, scompare nuovamente. Così Giovanni sporge nuovamente denuncia per sottrazione di minore e chiede la custodia del bambino. In Germania, invece, entra in azione il Tribunale di Amburgo che, senza interpellare il padre, affida temporaneamente il bambino alla madre.
La causa per l'affidamento avviata da Giovanni in Italia finisce nel nulla. Il giudice, pur contestando il lavoro dei colleghi tedeschi, si dichiara incompetente perché il minore ha ormai trascorso gran parte della vita in Germania con la madre e, di conseguenza, "la competenza è tedesca". Giudizio che viene ribadito dal Tribunale di Amburgo che conferma l’affido esclusivo alla madre. Soltanto nel 2023, dopo tre anni, Giovanni riesce a rivedere il figlio quando la donna porta Luca in Italia. "È stato come tornare a vivere", ha raccontato ancora Giovanni. Poi l'ultimo incontro di poche ore, un anno dopo, ad aprile 2024 quando Giovanni si presenta a sorpresa ad Amburgo.
"Non so come uscire da questo incubo. Non si può dire a un padre di dimenticare suo figlio", ha concluso Giovanni che, al momento, è in attesa dell’udienza di appello sull’affido ad Amburgo attesa per il prossimo mercoledì.