Denuncia i colleghi che clonano i biglietti della metro, Atm invece di premiarlo lo licenzia: reintegrato
Un dipendente dell'Azienda trasporti milanese era stato licenziato tre volte, e altrettante volte reintegrato, dopo aver segnalato alcuni colleghi e superiori che vendevano illegalmente i biglietti per il trasporto pubblico cittadino. Dopo cinque anni di procedimenti giudiziari, il Tribunale di Milano ha dichiarato illegittimi i provvedimenti e gli atti sanzionatori nei suoi confronti condannando Atm al pagamento di un risarcimento e all'effettiva reintegrazione del dipendente.
La segnalazione dei "biglietti clonati" e il licenziamento
Era il 2018 quando Adriano Michele De Gasperis ha segnalato il fenomeno dei "biglietti clonati". Il 54enne lavorava per Atm e un giorno ha raccontato di essere a conoscenza di alcuni colleghi che vendevano illegalmente i titoli di viaggio, tra l'altro causando all'azienda. Secondo De Gasperis, erano coinvolti anche alcuni dirigenti dell'azienda. Il 54enne venne prima sospeso e poi destituito dal servizio.
Dopo cinque anni, però, il Tribunale di Milano ha dichiarato illegittimi i provvedimenti e gli atti sanzionatori nei suoi confronti. È stata, quindi, annullata la delibera di destituzione dal servizio come licenziamento illegittimo.
Il risarcimento che dovrà pagare Atm al dipendente
Atm, inoltre, dovrà risarcire De Gasperis con la cifra equivalente alla retribuzione che avrebbe dovuto ricevere dalla data del licenziamento, ovvero a partire dall'11 febbraio del 2022, fino a quella "di giustizia accertata".
L'Azienda dovrà anche risarcire il dipendente delle spese legali che ha dovuto sostenere per il processo e per la doppia fase cautelare del giudizio, per un totale di 20mila euro.