Demicheli (Ats Milano): “Lockdown in Lombardia? Andava fatto due settimane fa”
Il lockdown in Lombardia era necessario e stando ai dati emersi finora sulla diffusione del Coronavirus nella regione, è arrivato anche con due settimane di ritardo. A dirlo è l'epidemiologo Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell'Ats di Milano e membro della Cabina di regia del ministero della Salute per il monitoraggio di Covid-19.
Oggi la situazione in Lombardia è peggiorata
"I dati dell'ultimo monitoraggio, almeno di quello che ho in mano io – ha spiegato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera – si riferiscono alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre", e secondo Demicheli si tratta di indicatori che danno segnali di allerta precoce: oggi la situazione è peggiorata". Il direttore di Ats Milano dunque ha sottolineato la necessità di imporre la zona rossa nell'intera regione, considerata dal governo area ad alto rischio, per tentare di fermare la diffusione del virus. "Per la Lombardia, dati alla mano, il lockdown deciso ieri dal premier Giuseppe Conte e dal ministro Roberto Speranza è necessario: il problema semmai è che è in ritardo di 2 settimane", le parole di Demicheli.
E ora ci sono almeno altre 11 regioni con ospedali in grave sofferenza
Secondo l'ultimo monitoraggio di Ats Milano sembra che l'indice Rt sia sceso a 1,6, facendo intravedere su Milano qualche miglioramento dovuto alle misure restrittive introdotte il 22 ottobre, per la Lombardia invece la situazione non cambia. "Ci sono 1.075 letti di terapia intensiva, il tasso di occupazione è del 40 per cento" mentre "la soglia di criticità è identificata al 30 per cento". Insomma, nonostante il fatto che su Milano "forse si inizia a vedere qualche risultato delle misure restrittive scattate il 22 ottobre", secondo Demicheli "per rallentare davvero la curva dei contagi" queste misure "non sarebbero bastate". "Dal mio punto di vista, oggi ci sono già almeno altre 11 regioni con gli ospedali in grave sofferenza", ha aggiunto.