Delitto Macchi, Cassazione assolve definitivamente Binda. La famiglia di Lidia: “Non c’erano prove”
È stato assolto in via definitiva Stefano Binda, l'imputato nel processo del caso Macchi accusato di omicidio di Lidia, studentessa universitaria, accoltellata nei boschi di Cittiglio, in provincia di Varese, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio del 1987. In merito all'assoluzione da parte della Cassazione, che conferma la sentenza d'Appello, i famigliari di Lidia hanno diramato una nota in cui scrivono: "Dopo aver attentamente letto le sentenze precedenti e aver appena appreso il risultato della Cassazione vogliamo chiarire alcuni punti. Crediamo che durante il corso delle indagini e soprattutto dei processi non siano emerse prove a sufficienza per ritenere che Stefano Binda sia stato l'assassinio di Lidia e pertanto comprendiamo la sua completa assoluzione".
I famigliari di Lidia: Giustizia un cammino doloroso
Nello scritto, si legge poi che "in noi rimarrà per sempre la ferita di non aver trovato il colpevole della morte di Lidia, anche alla luce della dolorosa scoperta della distruzione e sparizione di alcuni reperti che con le tecniche moderne avrebbero potuto portare un apporto decisivo in questo percorso giudiziario". "Come famiglia – si legge ancora – ci teniamo a ringraziare tutti quelli che in questi anni hanno collaborato alla ricerca della verità e della giustizia in tutti i vari ambiti ed in particolar modo il nostro avvocato Daniele Pizzi". In conclusione della nota, i famigliari di Lidia Macchi dichiarano che "questo percorso giudiziario ha fatto emergere in noi la consapevolezza che la Giustizia è un cammino molto doloroso, che in questi anni ci ha fatto scoprire, conoscere ed apprezzare molte persone, e che soprattutto ci ha fatto capire come scriveva la nostra cara amata Lidia che "nulla, nemmeno il dolore più atroce è privo di senso. È così semplice rispondere eccomi, anche nella notte più fonda, eccomi, sono Tua (Signore) prima di tutto, eccomi, nulla più mi fa paura"".