De Donno, la procura indaga per istigazione al suicidio
La procura di Mantova ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio in merito alla morte di Giuseppe De Donno. I pm hanno disposto l'autopsia sul corpo del medico che martedì scorso si è tolto la vita nella sua casa di Eremo di Curtatone. Verrà effettuata oggi presso le camere mortuarie dell'ospedale della città dei Gonzaga. Due giorni fa i carabinieri hanno ascoltato la moglie e i due figli e hanno sequestrato gli smartphone e i computer per analizzarli e cercare qualche indizio che possa aiutare le indagini. Lo pneumologo, ricordiamo, non ha lasciato alcun biglietto per spiegare i motivi del suo gesto.
De Donno era il padre della terapia con il plasma iperimmune
De Donno era primario di pneumologia all'ospedale Carlo Poma e fautore della terapia anti Covid con il plasma iperimmune. Il 5 luglio scorso si era dimesso ufficialmente dall'ospedale e aveva iniziato una nuova attività come medico di base. Al momento non è stato provato alcun collegamento tra questa decisione e la delusione per la terapia del plasma iperimmune, considerata inefficace da molti scienziati.
Questa terapia consiste in pratica nell'utilizzo del plasma ottenuto da pazienti convalescenti da Covid-19 per curare pazienti affetti da polmonite causata dal virus Sars-CoV-2. Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e AIFA hanno promosso uno studio, denominato ‘Tsunami', per studiare gli effetti del plasma del convalescente. Lo studio non evidenziato benefici del plasma "in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi trenta giorni".
Le dimissioni a giugno dall'ospedale Carlo Poma
A giugno è stata diffusa la notizia delle sue dimissioni dal Carlo Poma. Da mesi, riporta un articolo di Affari Italiani del 10 giugno, "giravano voci in merito alla stanchezza del medico". Così De Donno ha raccontato la sua scelta di cambiare lavoro: "Dopo 27 anni al Carlo Poma sto affrontando un cambiamento epocale della mia attività professionale. Ho deciso di mettermi in gioco, di provare a cambiare , ho sempre avuto una grande voglia di avvicinarmi al territorio. 20 anni fa avevo fatto assistenza domiciliare respiratoria, ora si è presentata questa bellissima opportunità e la ho colta, il legame con l’ospedale Poma resterà saldo". E ancora: "Avrò tante cose da imparare -ha proseguito il medico, chiedo a ogni persona di avere con me la pazienza che si ha con un novizio".