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Arrestati Stefania Nobile e Davide Lacerenza

Davide Lacerenza e il video con Andrea Diprè tra donne e cocaina in Gintoneria: “Sapeva di essere indagato”

Secondo quanto emerso dalle indagini Davide Lacerenza era consapevole dell’inchiesta sulla Gintoneria, ma ha comunque girato un video insieme a Andrea Diprè con cocaina sui vassoi e giovani donne in abiti succinti. “Condotta di vita sopra le regole”
A cura di Francesca Del Boca
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Spunta anche il nome di Andrea Diprè (non indagato) nelle carte dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Davide Lacerenza, titolare della Gintoneria in via Napo Torriani a Milano, e della socia (nonché ex compagna) Stefania Nobile con le accuse (a vario titolo) di spaccio e sfruttamento della prostituzione.

Agli atti dei magistrati c'è infatti un video girato dallo stesso Lacerenza con il controverso personaggio social, avvocato e critico d'arte trentino, e pubblicato il 31 gennaio 2025, poche settimane prima dell'intervento della Guardia di finanza: all'interno del filmato Lacerenza si trova in Gintoneria e in compagnia di Diprè, assiduo frequentatore del locale, "consuma sostanze stupefacenti" mentre "si intrattiene con giovani donne in abiti succinti, replicando una situazione evidentemente reale", nonostante fosse "consapevole che ormai era in corso un'indagine nei suoi confronti".

Un comportamento che, per la gip Alessandra Di Fazio, è chiara dimostrazione del modo di essere "particolarmente spregiudicato" di Lacerenza, conseguenza di una "condotta di vita al di sopra delle regole, caratterizzata quindi da insofferenza al rispetto dei precetti penali, certamente acuita anche dall‘uso smodato di sostanze stupefacenti".

Chi indaga, del resto, ha la certezza che il patron della Gintoneria fosse in realtà cosciente di ciò che si stava per abbattere sul locale. La stessa Stefania Nobile, intercettata dai finanzieri, si sfoga più volte con Lacerenza. "Io non ci dormo la notte. Chiudo gli occhi mezzora e poi mi sveglio", dice. "Non possiamo andare avanti così". La figlia di Wanna Marchi, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata avvisata da tale "Jack", un avventore che lavora in Polizia, e dallo stesso rampollo milanese i cui bonifici per oltre 641mila euro in tre anni ai conti di Lacerenza (con causale "champagne") hanno fatto partire i primi accertamenti.

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