Davide Lacerenza e il “delivery extra” di champagne organizzato in un collegio svizzero durante il Covid

Il delivery speciale che Davide Lacerenza riservava ai clienti più facoltosi aveva addirittura superato i confini dell'Italia. Era arrivato infatti fino in Svizzera il particolare "servizio" (costato più di 20mila euro) del titolare della Gintoneria di Milano, recentemente arrestato con la socia Stefania Nobile per un presunto giro di spaccio e prostituzione nel locale: a inizio 2021, durante il periodo delle restrizioni per il Covid, il 65enne ha fatto (ancora) parlare di sé per una notte brava in una scuola media di Locarno, Canton Ticino. In questa occasione, era stato fatto entrare nelle aule da un docente (poi licenziato in tronco dal preside) e, in compagnia di donne e alcuni amici, aveva dato vita a un party a base di champagne (e forse anche droga) poi attenzionato dalla polizia, che lo aveva fermato il giorno seguente mentre si trovava in un hotel a Giubiasco.
"Abbasso il Covid, viva la fresca", recitava Lacerenza in un video poi pubblicato su Instagram, e diffuso dal programma di Rai3 Lo Stato delle Cose. Ma non solo. Il 31 agosto del 2020, in piena pandemia, il locale di via Napo Torriani era stato già chiuso dagli agenti per assembramenti, schiamazzi e spaccio di droga. Dopo la riapertura, il locale era poi stato nuovamente messo sotto sigilli in seguito a un altro blitz delle forze dell'ordine, avvenuto solo due mesi dopo, sempre per assembramenti e mancato rispetto delle norme anti-coronavirus.
"Facevamo i delivery durante il lockdown. Mi chiama un cliente e mi dice: “Siamo in un albergo a Lugano, è il compleanno di un mio amico, mi mandi un taxi con sei Dom Pérignon P2?”. E io gli ho detto: “Se ne prendi 12, veniamo noi”. Allora oltre alle 12 bottiglie ho messo anche un P3, bottiglia da 3 mila euro, e un P2 rosé del '96, che è un’altra bottiglia da 2-3 mila euro. Era un carico sui 15 mila euro di roba. Andiamo, metto il navigatore e mi fa fare la frontiera di Como, che era spenta. Passo tranquillo, non ho pensato a niente", aveva raccontato "Davidone" in una puntata del podcast Gurulandia, in cui ha ricordato di quella particolare "gita" in Svizzera.
"Arriviamo all’hotel, ma il proprietario non ha voluto che si bevesse lì per il troppo assembramento. Noi dovevamo solo consegnare e andare via, ma il cliente dice: “Dai, allora andiamo da me, a Locarno. Lo seguiamo e questo apre una scuola. Io ho detto: “Ma sei sicuro che possiamo bere qua?”. E lui: “Sì, perché adesso è chiusa”, era un insegnante e aveva le chiavi. Inizio a fare i video, sciaboliamo. Poi è arrivata la polizia, ci hanno interrogato per ore. Alla fine ho dovuto pagare le multe, per fortuna hanno calcolato solo 500 euro di Iva, non hanno capito che bottiglie erano".