video suggerito
video suggerito

Davide Garufi, lo sfogo del tiktoker prima di togliersi la vita: “I social fanno male, vieni sempre giudicato”

Davide Garufi si è tolto la vita lo scorso 19 marzo nella sua abitazione a Sesto San Giovanni (Milano). In uno dei suoi ultimi video, il tiktoker si era sfogato parlando degli insulti che comparivano tra i commenti: “I social sono stati resi un posto brutto, perché abbiamo questo bisogno irrefrenabile di insultare e di sminuire gli altri quando potremmo semplicemente aiutarli?”.
A cura di Enrico Spaccini
0 CONDIVISIONI
Davide Garufi (frame da video Instagram)
Davide Garufi (frame da video Instagram)

"I social fanno male, fanno tanto male perché sono stati resi un posto brutto. Per ogni singola cosa che tu faccia vieni sempre giudicato e preso in giro". A parlare in un video pubblicato su Instragram era Davide Garufi, il 21enne si è tolto la vita lo scorso mercoledì 19 marzo con un'arma da fuoco nella sua abitazione a Sesto San Giovanni (nella Città Metropolitana di Milano). Sulla sua morte, la Procura di Monza ha avviato un'indagine ipotizzando i reati di istigazione al suicidio e omessa custodia dell'arma.

Il 21enne, che lavorava come commesso in un negozio di scarpe, era conosciuto su Instagram e TikTok per gli sketch umoristici che era solito pubblicare e per i video più personali in cui raccontava, dopo il coming out come donna transgender, di identificarsi come non binary. Proprio pochi giorni prima di togliersi la vita, Garufi si era lasciato andare a uno sfogo in cui parlava dei continui insulti che apparivano tra i commenti dei suoi filmati: "Perché abbiamo questo bisogno irrefrenabile di insultare e di sminuire gli altri quando potremmo semplicemente aiutarli?".

Le indagini della Procura di Monza, condotte dai carabinieri, ipotizzano i reati di istigazione al suicidio e omessa custodia dell'arma. Garufi si sarebbe tolto la vita usando contro di sé una pistola regolarmente detenuta dal padre, dipendente di una società di vigilanza privata. Come appreso da Fanpage.it, però, pare che il 21enne lo scorso 19 marzo avesse preso l'arma prelevandola da uno zainetto, mentre il padre era in bagno.

Per quanto riguarda l'istigazione al suicidio, al momento non ci sarebbero evidenze del fatto che la decisione presa da Garufi fosse legata in qualche modo agli insulti transfobici che era solito ricevere per i suoi video pubblicati sui social. Le persone a lui più vicine avrebbero descritto il 21enne come una persona fragile, che soffriva anche per la perdita della sorella avvenuta alcuni anni fa a causa di una malattia.

Intanto, gli investigatori hanno sequestrato il computer e il cellulare di Garufi. Gli amici sono stati ascoltati come testimoni e sono state acquisite le chat dei suoi vari profili social. Nella giornata di oggi, martedì 25 marzo, verrà eseguita l'autopsia sul corpo del 21enne per avere le prime certezze sulla causa del decesso.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views