Dario, il medico che segue le orme del papà morto per Covid: “Voglio onorare il suo nome”
Dario ha 27 anni, è laureato in Medicina e Chirurgia ed ha iniziato da poco la specialistica in Ortopedia a Pavia. La vita di Dario, come purtroppo tante altre, è stata però stravolta da un tragico evento: la morte di papà Luciano, avvenuta ad aprile scorso, anche lui vittima del Covid. Il sogno del 27 enne è stato sempre quello di seguire le orme del padre anche lui medico, ma neurologo: "Mi sono laureato il giorno del suo compleanno. Faceva caldo, era luglio. E io lo so – racconta in un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera – anche se papà non è mai stato di troppe parole, che quella laurea lo aveva reso orgoglioso". Una convinzione che poi lo stesso papà ha confermato durante una videochiamata dall'ospedale quando era già ricoverato in terapia intensiva.
La malattia e il ricovero in terapia intensiva
Il dottor Abruzzi scopre di essersi ammalato di Covid a marzo, nel pieno della pandemia, e alcune settimane dopo aver iniziato a lavorare in un reparto dedicato alle persone contagiate. Inizia a sentirsi debole e avvertire i primi sintomi. Decide quindi di sottoporsi a tampone e scopre di essere risultato positivo. Inizia il suo isolamento in camera ed è Dario a portare i farmaci e procurargli poi una bombola d'ossigeno. È lo stesso Dario a portarlo poi al pronto soccorso su una carrozzina. E quel giorno sarà anche l'ultima volta che lo vedrà. Il 23 marzo papà Luciano viene intubato all'ospedale di Cremona. E in quello stesso giorno Dario scopre di essere abilitato alla professione di medico. Una notizia che comunica immediatamente al padre che risponde con: "Bravo, adesso tocca a te".
L'udienza da Papa Francesco
Il 19 aprile il dottor Luciano Abruzzi si spegne. E Dario inizia la sua carriera con i primi turni e le prime visite: "Quando ai miei pazienti dico il mio cognome, alcuni si illuminano e tirano fuori le storie di papà. Questo mi mette un po' di ansia ma significa che mio padre ha lasciato il segno e io voglio onorare il suo nome". Quella di Dario è una storia ricca di emozioni tanto che ha avuto la possibilità di poterla raccontate a Papa Francesco che a giugno lo ha invitato in udienza: "Di certo oggi – racconta anche al Corsera – posso dire una cosa: sono orgoglioso di papà, del suo lavoro e del suo coraggio".