Dalle immersioni al volontariato in Croce Rossa: chi era Fabio Livio, il sub morto nel lago di Como
Come tante altre volte si era immerso nelle acque del lago, ma questa volta non ha fatto più ritorno in superficie. Dopo un lungo lavoro di ricerca, durato oltre sette ore, è stato ritrovato senza vita il corpo di Fabio Livio.
Si era immerso nel lago di Como
Nella mattinata di domenica 23 ottobre, Livio era andato giù per oltre 80 metri nelle acque del lago di Como, una profondità impegnativa anche per i sub più esperti. A dare l'allarme, pochi minuti prima di mezzogiorno, è stato il suo compagno di immersioni che non vedendolo più riemergere ha allertato i soccorsi.
Sul posto sono intervenuti i volontari del 118 con un'ambulanza e un'automedica, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri del comando provinciale di Lecco. I sommozzatori, che hanno anche richiesto l'invio di attrezzature speciali da Genova, hanno impiegato molte ore per rintracciare il sub.
Dalla passione per le immersioni al volontariato
Fabio Livio aveva 41 anni e gestiva insieme al padre una cartoleria a Tavernerio, comune della provincia di Como, dove viveva. Insieme a un suo amico si erano recati a Mandello del Lario per immergersi nelle acque del lago di Como dalla riva del Moregallo.
Il 41enne era anche volontario del Comitato di Como della Croce Rossa Italiana, che in un post sulla propria pagina Facebook lo ricorda così: "Fabio, sei stato per tutti un punto di riferimento insostituibile, un compagno di squadra leale e puntuale, un amico sincero e presente".
Numerosi i messaggi di affetto degli amici e dei conoscenti lasciati sulle bacheche social. "Quanta tristezza mamma mia, nella speranza minima di trovarti sano e salvo..ma l'acqua non lascia scampo. Sei andato via facendo quello che adoravi fare", si legge in un messaggio. "Sempre le persone più buone se ne vanno… rip Lariano Fabio Livio che la terra ti sia lieve", scrive un altro amico.
Al momento gli inquirenti, che indagano per ricostruire la dinamica di quanto accaduto, seguono tutte le piste. Dalle prime ipotesi circolate, qualcosa sarebbe andato storto durante l'immersione. L'uomo potrebbe essere stato colto da un malore, oppure da narcosi da azoto, che porta sintomi simili all'ebrezza da alcol e si può verificare durante la discesa con l'aumentare della pressione.