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Dal porto di Gioia Tauro allo stadio di San Siro, il peso della famiglia di Antonio Bellocco nella ‘ndrangheta

Antonio Bellocchio, ucciso ieri in provincia di Milano, era l’erede di una famiglia di ‘ndrangheta che dalla gestione del narcotraffico a Gioia Tauro tenta di controllare gli affari intorno allo stadio Meazza.
A cura di Giorgia Venturini
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Si cerca di capire dinamiche e movente dietro la morte di Antonio Bellocco, il rampollo della famiglia di ‘ndrangheta originaria di Rosarno (Reggio Calabria) ucciso a coltellate nella mattinata di ieri, mercoledì 4 settembre. Fermato con l'accusa di omicidio è Andrea Beretta, uno dei capi ultrà dell'Inter, che al pubblico ministero Paolo Storari e al suo legale Mirko Perlino avrebbe ribadito più volte che la sua è stata legittima difesa: "Mi sono difeso, mi voleva ammazzare". Stando alla ricostruzione dei fatti sembrerebbe che sia stato Bellocco per primo a estrarre un'arma, in questo caso una pistola, e a sparare un colpo che ha ferito alla gamba Beretta. Tutto ora dovrà essere confermato. Ma certo è che le indagini non si soffermeranno sul singolo omicidio. Le domande sono anche altre: Beretta e Bellocco, questo già condannato per mafia, quali affari gestivano insieme? Entrambi appartenenti alla tifoseria dell'Inter, che rapporto c'è criminalità organizzata e la curva nerazzurra?

La famiglia criminale dei Bellocco

Per capire con esattezza quali sono i protagonisti di questo ennesimo fatto di cronaca nera è necessario prima capire chi sono i Bellocco. Quali sono gli affari di questa potentissima famiglia mafiosa di Rosarno e perché l'erede indiscutibile di tutto questo impero illegale, ovvero proprio Antonio Bellocco, si trovava in Lombardia ormai da più di un anno e frequentava il mondo del calcio milanese. Si parte da qui: chi era Antonio Bellocco? Antonio è figlio di Giulio Bellocco e nipote di Umberto Bellocco, già capo bastone della ‘ndrina di Rosarno. Quest'ultimo inoltre è ritenuto tra gli artefici della creazione della mafia pugliese, ovvero la Sacra Corona Unita. Ecco quindi uno spaccato di ‘ndrangheta che ha dato vita a un'altra organizzazione criminale.

Nel dettaglio i Bellocco non sono una famiglia di "rango" di ‘ndrangheta, sono una famiglia che potremmo definire del "sottogruppo". Perché si sono sempre occupati di stupefacenti e chi si occupa di droga non entra nel gruppo di vertice della ‘ndrangheta.

Nel corso del tempo inquirenti e investigatori sono riusciti ad arrestare gli esponenti di spicco della famiglia Bellocco. Il padre di Antonio Bellocco, ovvero Giulio Bellocco, è morto pochi mesi fa al 41bis nel carcere di Opera. Stava scontando una pena di 13 anni per associazione mafiosa. Antonio Bellocco invece è stato arrestato nell'ambito dell'operazione Vento del Nord a seguito della quale era stato condannato per associazione mafiosa e altri reati.

La droga come principale affare della famiglia Bellocco

Il principale affare illegale della famiglia Bellocco – come spiegano fonti a Fanpage.it – è il traffico di sostanze stupefacenti e armi. E lo portano avanti servendosi delle estorsioni, che permettono loro un controllo anche delle attività commerciali e imprenditoriali nella Piana di Gioia Tauro. A tal proposito, il collaboratore Antonino Belnome – arrestato nell'ambito dell'operazione Infinito del 2010, ha spiegato come la ‘ndrangheta si rifornisce di droga: l'approvvigionamento delle sostanze stupefacenti avviene infatti soprattutto al porto di Gioia Tauro e qui bisogna far riferimento ai Mancuso, ai Pesce, ai Piromalli o ai Bellocco. Ma c'è di più: ai Bellocco – secondo fonti di Fanpage.it – è riservato il 30 per cento del compenso o dello stupefacente. Ecco quindi come i Bellocco hanno il loro peso negli affari illegali d'Italia.

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Gli affari della famiglia Bellocco in Lombardia

Ma in Lombardia che affari stava portando avanti Bellocco? Oltre alla droga, la famiglia ha sempre puntato alla colonizzazione di altri territori ed è andata sempre alla ricerca di alleanza. Non è un caso infatti che Umberto Bellocco è uno dei criminali-fondatori della Sacra Corona Unita: tutto è accaduto in una riunione del 1995 nel carcere di Bari. Probabilmente proprio perché non nascono come importanti esponenti di ‘ndrangheta.

Così come non è un caso che parte della famiglia si sia insediata in Lombardia. Qui quali dunque sono i loro affari? L'operazione Blu notte dei carabinieri di Reggio Calabria ha censito tutte le alleanze dei Bellocco e gli interessi criminali della famiglia in Lombardia.

Oltre alla droga, loro fonte di guadagno principale, i Bellocco sono attivi anche nelle scommesse calcistiche (che avvengono nel dark web) e nell'ambiente del tifo organizzato. Non è un mistero che c'è una contaminazione della criminalità organizzata nelle scommesse clandestine legate al mondo del calcio, dopotutto questo "mercato" in Italia vale 100 milioni di euro l'anno e oltre un miliardo nel mondo.

La ‘ndrangheta sfrutta questo giro d'affare non solo per guadagnarci ma anche per riciclare i suoi proventi ottenuti dal traffico di droga. Alla criminalità organizzata questo mercato illegale conviene anche perché è più difficile per gli investigatori indagare sulle scommesse clandestine e le pene previste sono più basse rispetto ad altri tipi di affari illeciti.

Così come non è un mistero che gli affari della ‘ndrangheta gira anche attorno allo stadio di San Siro. Quali sarebbero i suoi vantaggi? Basta pensare ai soldi che girano attorno alle partite di calcio. Basta pensare che quasi ogni domenica in zona arrivano 80mila persone. Questo afflusso di persone generano un fatturato importante per attività le commerciali che sorgono intorno al Meazza, che diventa per la ‘ndrangheta quindi un tesoro su cui puntare per riciclare denaro.

Quindi no, il movente dell'omicidio di ieri a Cernusco sul Naviglio non sarebbe da cercare (almeno non solo) in basse dispute di organizzazione della tifoseria dell'Inter. Gli affari che contano in Lombardia sono altri.

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