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Da Roberto Bolle a Bruno Vespa, ecco come è andata la Prima senza pubblico della Scala

Seppure senza pubblico alla Prima al Teatro alla Scala di Milano per questo 7 dicembre non è mancata l’emozione. Il sipario si è aperto con il “Rigoretto” di Lucia Salsi e si è chiuso con il “Tutto cangia” dal Guglielmo Tell di Rossini. Nel mezzo tanti grandi interpreti della lirica e un grande Roberto Bolle che alla Scala ha portato il suo cavallo di battaglia “Waves”.
A cura di Giorgia Venturini
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È vero è mancato il pubblico, l'applauso della platea all'arrivo del presidente della Repubblica e lo stupore sul volto di chi assiste dal vivo all'arte dei grandi professionisti. Ma alla fine l'emozione non è mancata. La Prima d'eccezione alla Teatro alla Scala con l'evento "A rivedere le stelle", che ha preso il posto della "Lucia di Lammermoor" di Donizetti le cui prove erano state sospese dopo alcuni casi di positività al Covid tra i cantanti e i musicisti, ha comunque convinto tutti. Sul podio il maestro Riccardo Chailly ha diretto l'orchestra e accompagnato i massimi interpreti della scena lirica internazionale: il sipario si è aperto con il "Rigoretto" di Lucia Salsi, poi Lisette Oropesa ha cantato, su un palcoscenico diventato una piscina, "Regnava nel silenzio" dalla Lucia di Lammermoor, proprio parte dell'opera che avrebbe dovuto inaugurare la stagione lirica alla Scala. E ancora, tra gli interpreti anche Placido Domingo, Vittorio Grigolo e Francesco Meli. Il tutto sotto l'attenta cura di Davide Livermore. E per qualche minuto tutti gli artisti sono riusciti a dimenticare che in questo 7 dicembre, giorno di Sant'Ambrogio, Milano ha dovuto rinunciare alla sua "Prima". Cosa che non succedeva da un secolo: neanche sotto le bombe della seconda guerra mondiale lo spettacolo era andato avanti.

I lavoratori intonano l'inno di Mameli

Lo spettacolo, presentato da Milly Carlucci e Bruno Vespa e andato in onda in diretta su Rai 1, è iniziato e finito con un omaggio: il sipario si è alzato celebrando la Milano di oggi. I droni hanno sorvolato una città deserta, senza traffico, come ormai ci ha abituato in questi ultimi mesi. E si è concluso con un'altra immagine dall'alto e con Giorgio Armani che ha commentato: "Uno spettacolo degno di Milano". Altro momento magico è stato quando i lavoratori sul palco hanno intonato l‘inno di Mameli: un messaggio di speranza verso quelle categorie messe in ginocchio economicamente dal virus. A chiudere il sipario è stato poi il "Tutto cangia" dal Guglielmo Tell di Rossini: un inno alla vita e alla speranza. In tema con questo insolito anno.

Roberto Bolle sul palco duetta con un laser

Per qualche minuto la mente non ha pensato alla pandemia che ha colpito l'Italia. Soprattutto quando sul palcoscenico più importante del Paese è salito Roberto Bolle: il famoso ballerino ha messo in scena una coreografia in cui la tradizione ha sposato tradizione e tecnologia sulla musica di Erik Sati. Alla Scala Bolle ha portato il suo cavallo di battaglia "Waves": durante tutta l'esibizione il ballerino danza con un laser, un gioco di luci ed ombre che ha sicuramente incantato la gente a casa. Gli altri interpreti della danza sul palco sono stati Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicoletta Manni e Virna Toppi e i solisti Marco Agostino e Nicola Del Freo.

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