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Da gennaio 2023 la raccolta firme in Lombardia per una legge regionale sul suicidio assistito

Per agevolare l’accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia, l’Associazione Luca Coscioni da gennaio 2023 farà partire una raccolta firme anche in Lombardia.
A cura di Francesca Del Boca
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L'ultimo caso salito alle cronache nazionali è stato quello di "Mario", al secolo Federico Carboni. Nonché il primo caso di suicidio assistito in Italia: l'uomo, 44enne di Senigallia (Ancona), è stata la prima persona in Italia che legalmente ha potuto scegliere di ricorrere al suicidio medicalmente assistito, dopo ben due anni di traversie burocratiche e legali.

Una storia che ha segnato un prima e un dopo nel nostro Paese, ma che ancora non ha visto scritta la parole fine: “In assenza di una legge, lo Stato italiano non si fa carico dei costi dell’assistenza al suicidio assistito e dell’erogazione del farmaco, nonostante la tecnica sia consentita dalla Corte Costituzionale con la sentenza Cappato/Dj Fabo”, aveva denunciato infatti Marco Cappato, che da anni si batte per l'istituzione di una legge che regoli il fine vita in Italia. Insomma: la pratica del suicidio assistito per i malati terminali o colpiti da patologie infauste è ormai legale, ma resta ancora di difficile applicazione.

Così l'Associazione Luca Coscioni, per far approvare una legge regionale che aiuti le amministrazioni a eseguire la sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019 (conosciuta come sentenza Cappato-Antonioni, che ha reso legale in Italia l’accesso al suicidio medicalmente assistito) da gennaio 2023 farà partire una raccolta firme anche in Lombardia.

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Una legge sul suicidio assistito per le Regioni

In cosa potrebbe consistere questa legge? Innanzitutto, sancire che la fornitura dei farmaci e dei macchinari necessari per il suicidio assistito sia a carico dello Stato. Nello specifico, la proposta di legge prevede che la Commissione medica multidisciplinare permanente debba effettuare le verifiche previste entro dieci giorni dal ricevimento della richiesta della persona malata, che il Comitato etico emetta un parere entro cinque giorni dalla ricezione della relazione medica e che l’accesso alle prestazioni e ai trattamenti di autosomministrazione debbano essere garantiti entro i successivi sette giorni dalla chiusura della relazione finale da parte dell’Azienda sanitaria incaricata di vagliare la richiesta.

Per depositare la proposta in Regione, però, sarà necessario raccogliere un numero adeguato di sottoscrizioni. Per questo, l’Associazione Luca Coscioni si sta attivando per lanciare una raccolta firme in tutte le regioni, Lombardia compresa, a partire da gennaio 2023.

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