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Dà fuoco a una pasticceria e si giustifica: “Mi prendevano in giro perché sono povero”

L’uomo, incastrato dalle telecamere di sorveglianza, ha ammesso di aver appiccato l’incendio e si è giustificato: “Mi prendevano in giro perché sono povero”.
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La pastiecceria Gola e vanità a Corsico
La pastiecceria Gola e vanità a Corsico

I Carabinieri della Compagnia di Corsico non hanno dubbi che sia stato lui ad appiccare l'incendio alla pasticceria Gola e vanità di via Foscolo, nel comune della provincia di Milano. Non avevano dubbi già quando sono intervenuti e hanno rinvenuto sul posto quelli che per loro sono i segni inequivocabili della sua colpevolezza. Poi le telecamere di sorveglianza hanno dato la conferma definitiva.

L'incendio alla pasticceria

L'incendio alla pasticceria Gola e vanità di Corsico è divampato intorno alle alle 14.45 di martedì 16 agosto. Le fiamme sono partite da una finestra e, a poco a poco, hanno interessato altre zone dell'attività, senza però distruggerla.

I danni sono, infatti, ancora da calcolare, anche perché l'incendio ha danneggiato alcuni macchinari per la preparazione dei dolci. Quello che è certo, invece, è che le fiamme siano state accese con una liquido infiammabile, trasportato all'interno di una bottiglia di plastica, e la canapa per dargli fuoco.

Questi indizi, rinvenuti dai Carabinieri della Compagnia di Corsico, hanno subito fatto pensare che l'autore del reato fosse un 59enne pluripregiudicato, di nome Francesco. L'uomo ha infatti nella sua fedina penale altri incendi e danneggiamenti, oltre a essere noto per soffrire di alcolismo e problemi psichiatrici.

Il movente della vendetta

Incastrato dalle telecamere di sorveglianza, acquisite dalle forze dell'ordine, Francesco è stato fermato e trasferito nella sede della compagnia dei Carabinieri di Corsico. Qui l'uomo ha ammesso di essere il piromane che ha appiccato l'incendio, ma ha dato la sua versione dei fatti.

Secondo l'uomo, infatti, i titolari della pasticceria e altri commercianti della zona lo prenderebbero in giro da tempo perché "povero e indigente". E quindi il suo sarebbe stato un gesto di vendetta nei confronti dei soprusi ricevuti nel corso degli anni.

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