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Cremona, estetista si ribella al Dpcm: “Non chiuderò mai, che vengano pure a fare i controlli”

Sonila Drita, titolare del centro estetico Tropical Center di Cremona ha deciso di sfidare il Dpcm che impone la chiusura della sua attività da oggi venerdì 6 novembre e di accogliere le sue clienti. “La mia non è una protesta ma ho un dovere verso la mia famiglia. Non posso chiudere”, spiega la proprietaria a Fanpage.it. E ancora: “Sia chiaro non sono una negazionista, ho perso mio padre per Covid”.
A cura di Giorgia Venturini
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Il centro estetico di Sonila Drita che oggi 6 novembre sfida il Dpcm e rimane aperto
Il centro estetico di Sonila Drita che oggi 6 novembre sfida il Dpcm e rimane aperto
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Ad attendere questa mattina l'apertura del centro estetico c'era già una cliente che si è presentata per il suo appuntamento fissato tempo fa, prima ancora che il premier Giuseppe Conte firmasse il Dpcm e imponesse la chiusure dei centri estetici da oggi 6 novembre.

L'estetista ribelle a Fanpage.it: Ho due bambini da crescere, non chiudo

Una decisione che però il Tropical Center di Cremona non ha nessuna intenzione di seguire: "Resteremo aperti. Che vengano pure a fare i controlli", spiega a Fanpage.it la proprietaria Sonila Drita, 43 anni che gestisce il centro dal 2005 con l'aiuto di altre tre dipendenti, ora in cassa integrazione. "Sia chiaro la mia scelta non vuole essere una protesta ma ho dei doveri nei confronti della mia famiglia. Soprattutto ho due bambini da crescere. Se chiudo come faccio?". Sonila non teme i controlli, ha più il timore di non saper superare altri mesi di chiusura. E per questo si rivolge direttamente al premio Giuseppe Conte: "Non ho nulla contro i parrucchieri ma deve spiegare perché loro possono rimanere aperti e noi centri estetici no. Eppure da sempre parrucchieri ed estetisti vanno a braccetto in Italia".

Sonila: Non sono negazionista, ho perso mio padre per Covid

Mai definire però Sonila una negazionista: "Sono ben lontana da chi nega l’esistenza del virus. La mia famiglia ha conosciuto in prima persona la sua l'aggressività. Tanto che ho perso mio padre per colpa del Covid". E poi ribadisce: "Proprio perché penso alla mia famiglia ora, devo per forza andare avanti e non chiudere". Come Sonila, tanti sono i commercianti che oggi in Lombardia sono costretti a riabbassare la saracinesca senza sapere quando potranno riaprirla. E se dalla prima chiusura forzata ci si è rialzati, dalla seconda resta ancora l'incognita. Sonila lo sa ed è per questo che ha lasciato aperto e ha accolto i suoi clienti come un qualunque venerdì mattina. Non per questo conclude con: "Ora devo andare, sto lavorando. Oggi ho un appuntamento dietro l'altro".

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