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Cpr di via Corelli, il Comune di Milano fa un passo indietro: non sarà parte civile al processo

Alla vigilia dell’udienza preliminare del processo a carico degli ex amministratori del Cpr di via Corelli, il Comune di Milano ha deciso che non si costituirà parte civile. La decisione arriva a poco più di un mese di distanza dall’approvazione in Consiglio comunale dell’ordine del giorno che chiedeva “a sindaco e giunta di prendere una posizione chiara e decisa” in merito.
A cura di Enrico Spaccini
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Alla vigilia dell'udienza preliminare del processo a carico dei vecchi gestori del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli, il Comune di Milano ha deciso di fare un passo indietro e non costituirsi parte civile. Lo hanno fatto sapere Alessandro Giungi (Pd) e Carlo Monguzzi (Verdi), i due consiglieri che lo scorso aprile avevano presentato a Palazzo Marino l'ordine del giorno che invitava sindaco e giunta a costituirsi parte civile al procedimento penale e che era stato approvato dall'aula a novembre. "Una scelta totalmente inspiegabile", ha commentato Giungi, "che imbarazzo sarà spiegarlo ai tanti volontari che si occupano del Cpr e che ci avevano chiesto questo atto", ha concluso Monguzzi.

Il passo indietro del Comune

Lo scorso 5 aprile Giungi e Monguzzi avevano presentato in Consiglio comunale l'ordine del giorno che invitava "il sindaco e la giunta a prendere una posizione chiara e decisa", interpretando il processo nei confronti dei vecchi amministratori del Cpr come "opportunità per dimostrare il loro impegno per una Milano che si fonda sui principi di giustizia, solidarietà e rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo".

Domani, mercoledì 18 dicembre, si terrà l'udienza preliminare. Il gup Mattia Fiorentini dovrà decidere se accettare la richiesta di patteggiamento avanzata da Alessandro Forlenza, amministratore di Martinina srl, mentre Consiglia Caruso affronterà il dibattimento. Le accuse sono di frode nelle pubbliche forniture e turbative d'asta. Il Comune avrebbe dovuto presentare la richiesta di parte civile, affiancandosi così ai due migranti ex detenuti del Cpr e alle associazioni Naga e BeFree.

Tuttavia, come riportato da La Repubblica, la giunta avrebbe deciso di fare un passo indietro. La scelta sarebbe motivata da alcune criticità di carattere tecnico e giuridico che sarebbero state riscontrate dall'avvocatura.

I promotori dell'odg: "Scelta totalmente inspiegabile"

Per Giungi, questa decisione oltre a essere "totalmente inspiegabile, contraddice in maniera totale l’indicazione del Consiglio". Il fatto di non costituirsi parte civile al processo, ha sottolineato il consigliere dem, "impedirà al Comune di chiedere conto per l’enorme danno di immagine prodotto alla nostra città da comportamenti commessi in una struttura sul territorio cittadino e che hanno coinvolto centinaia di persone detenute in condizioni disumane".

Dura anche la replica di Monguzzi: "La giunta ha perso ancora una volta l’occasione di fare qualcosa di sinistra". Il consigliere dei Verdi ha ribadito come la mozione che era stata presentata lo scorso aprile chiedeva "un atto politico forte del Comune in una vicenda dove sono stati calpestati i diritti civili e umani delle persone, ma la giunta fa nulla di reale e concreto, solo propaganda".

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