Covid Lombardia, il bollettino di giovedì 28 gennaio: 2.603 contagi e 88 morti, calano i ricoveri
In Lombardia sono stati registrati 2.603 nuovi casi di Coronavirus su 41.677 tamponi effettuati. È quanto emerge dal bollettino di giovedì 28 gennaio diramato dalla Regione. Aumentano i nuovi contagi rispetto a ieri, quando erano stati registrati 2.293 casi a fronte di 44.809 tamponi complessivi (nel totale sono calcolati anche i test rapidi antigenici, oltre ai tamponi molecolari). In totale dall'inizio della pandemia in Lombardia sono stati eseguiti 5.567.301 tamponi. Aumenta anche il dato giornaliero sui decessi: sono stati segnalati 88 morti nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 62), per un totale dall'inizio della pandemia di 26.939 decessi ufficiali nella sola Lombardia.
I ricoverati negli ospedali della Lombardia
Sul fronte dei ricoveri negli ospedali e nelle terapie intensive della Lombardia, nelle ultime ore il bilancio dei ricoveri in ospedale è diminuito di 36 unità, portando il totale a 3.537 (ieri erano 3.573). Calano anche i ricoveri nei reparti di terapia intensiva: sono 6 in meno (anche ieri il saldo era stato di 15 pazienti in meno) per un totale di 371 persone ricoverate. Continua a crescere il numero dei guariti/dimessi, ora arrivato a 456.106: sono 1.714 le persone che sono riuscite a superare la malattia nelle ultime 24 ore.
La situazione nelle province Lombarde
Per quanto riguarda le province lombarde, sono 712 i nuovi casi di positivi al Coronavirus in provincia di Milano, di cui 308 in città. Sono 211 i nuovi positivi nella provincia di Monza e Brianza, 229 in quella di Varese, 419 in provincia di Brescia, 222 in quella di Como e 162 in provincia di Pavia. La provincia di Bergamo ha registrato 116 nuovi contagi, mentre sono 122 quelli a Lecco e 63 i nuovi contagi nella provincia di Lodi. I contagi registrati in provincia di Cremona sono invece 73, 68 quelli in provincia di Sondrio. Infine, sono 153 i casi in provincia di Mantova.
Monitoraggio Iss, Lombardia in zona gialla?
La Regione attende i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità per scoprire in quale zona sarà collocata, se in quella arancione o chiedere di essere posta in quella gialla. Ovviamente, tutto dipenderà dall’indice Rt ma anche dall’interpretazione della regola che impone la permanenza per due settimane nella stessa fascia prima di passare a un livello meno (o più) restrittivo. L’ordinanza con cui venerdì scorso il ministro Speranza ha rettificato la zona rossa imposta per errore prevede la permanenza in arancione fino al 5 febbraio. Ma per Palazzo Lombardia le due settimane appena trascorse sarebbero già sufficienti a giustificare un cambio in caso di dati incoraggianti.