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Covid, l’epidemiologo La Vecchia: “Natale in zona bianca in Lombardia”

L’epidemiologo e professore dell’Università Statale, Carlo La Vecchia, in un’intervista a Fanpage.it ha dichiarato che in Lombardia il Natale dovrebbe essere ancora in zona bianca, con lo sforzo di aprire diversi posti letto per i ricoveri.
A cura di Simona Buscaglia
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Secondo l'epidemiologo e professore dell'Università Statale di Milano, Carlo La Vecchia, il Natale in Lombardia, con molta probabilità, non sarà in zona gialla, nonostante l'aumento dei ricoveri: "Guardando i dati di ieri siamo al 10 per cento di ricoveri in terapia intensiva con un aumento del 19 per cento nell'ultima settimana e al 10, 7 per cento dei ricoveri ordinari con l'aumento del 32 per cento negli ultimi sette giorni – ha spiegato a Fanpage.it – Il 10 per cento nelle terapie intensive l'abbiamo raggiunto ma quelle si possono facilmente aumentare aprendo altri posti letto e abbiamo ancora spazio fino al 15 per cento per i letti ordinari". Secondo La Vecchia quindi "con un po' di sforzo da parte di Regione Lombardia con l'apertura di nuovi posti letto, è probabile che l'altra settimana si rimanga bianchi, quella dal 20 al 25 dicembre. Dopo il 25 bisogna vedere come evolve l'epidemia".

Probabili feste in zona bianca e cambio dal nuovo anno

Se il Natale in Lombardia sarà in zona bianca, è probabile che lo rimanga anche fino al nuovo anno. Secondo La Vecchia infatti lo scatto alla zona gialla potrebbe arrivare l'anno prossimo: "Anche se le previsioni al nuovo anno sono difficili, è possibile che a partire dal 25 in avanti ci sia un livellamento. È abbastanza probabile che a gennaio si passi al giallo, anche se come sappiamo da bianco a giallo cambia poco a livello di restrizioni". Secondo i dati pubblicati dalla Fondazione Gimbe, a Milano, sui dati dall'1 al 7 dicembre, si ha già un'incidenza di contagi pari a 175 ogni 100mila abitanti: "La soglia di 175 però è nella media italiana, preoccupa, ma non è una situazione particolarmente drammatica, se contiamo che è molto più alta altrove, come in Veneto". Per una previsione più sul lungo periodo, La Vecchia è cauto: "In questa stagione i virus respiratori si trasmettono facilmente perché stiamo al chiuso e diventa quindi importante vaccinare con i richiami gli anziani per ridurre i ricoveri – ha spiegato l'esperto – se si fa un modello matematico banale si vedrà che i contagi dovrebbero aumentare fino al 20-25 dicembre e poi si dovrebbero livellare. Se la curva si livellerà e diventerà piatta, come è accaduto nel Regno Unito, o se si livellerà e scenderà, come in Israele, è difficile dirlo".

L'epidemiologo: Bisogna intervenire sui vaccini ai 60/70enni

Per La Vecchia l'aspetto più preoccupante rimane la percentuale a suo avviso ancora bassa delle vaccinazioni nella fascia d'età 60/70: "Adesso per qualche motivo le dosi di richiamo nelle vaccinazioni dei 60/70enni, dopo un primo boom iniziale, procedono lente – ha concluso La Vecchia – bisogna intervenire lì, perché siamo fermi al 50 per cento circa". In merito alla denuncia fatta ieri dal presidente Degani sullo stop ai tamponi gratuiti da gennaio nelle Rsa, La Vecchia ha replicato: "I tamponi costano cinque euro al supermercato. Se li compri all'ingrosso costeranno uno o due euro. Non vedo dove sia il problema: ce ne sono quanti ne vogliono e costano pochissimo, se li comprino. Un paziente in Rsa al giorno costa 200 euro, aggiungerci un euro di tampone una volta ogni tre giorni mi sembra discutere di niente".

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