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Covid 19

Covid, il primo dottore vaccinato a Monza: “Non è possibile che un medico non creda nel vaccino”

“Pochi minuti prima di ricevere il vaccino ho pensato a chi non ce l’ha fatta. Ai colleghi morti”. Lo confessa a Fanpage.it Carlo Maria Teruzzi, il presidente dell’Ordine dei medici di Monza, tra i primissimi a ricevere ieri all’ospedale San Gerardo il vaccino anti Covid. All’indomani della somministrazione, Teruzzi racconta: “Stamattina appena ho visto la neve, per far prima, ho deciso di andare a piedi a visitare i miei pazienti a domicilio”. E sui medici che non vogliono vaccinarsi dice: “Non è possibile che non credano nell’unica arma a disposizione dell’uomo per sconfiggere il Covid-19”.
A cura di Giorgia Venturini
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Il dottor Carlo Maria Teruzzi in giro questa mattina con la neve 
Il dottor Carlo Maria Teruzzi in giro questa mattina con la neve 
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Il giorno dopo essersi sottoposto al vaccino anti Covid, il presidente dell'Ordine dei medici di Monza Carlo Maria Teruzzi raggiunge a piedi sotto la grande nevicata della mattinata di oggi, 28 dicembre, tre suoi pazienti per visitarli a domicilio. Oggi però la battaglia contro il virus è più leggera: ieri all'ospedale San Gerardo il dottor Teruzzi, 66 anni con una carriere in ospedale e da medico di famiglia, ha ricevuto una delle 50 dosi del vaccino Pfizer contro il Coronavirus destinate al territorio monzese. Oggi, a distanza di poche ore, racconta a Fanpage.it il suo primo giorno da vaccinato Covid.

Dottore, a cosa ha pensato pochi secondi prima di ricevere il vaccino?

Ai miei colleghi che non ce l'hanno fatta. A tutti quei medici che sono morti a causa del virus mentre facevano il mio stesso lavoro. A persone come Roberto Stella, il primo medico lombardo vittima del Covid nonché presidente dell'ordine dei medici di Varese. Una di queste primissime dosi sarebbe andata anche a lui. Ora, invece, noi abbiamo la possibilità di proteggerci.

Un privilegio che non tutti capiscono. Facciamo chiarezza una volta per tutte sui tanti timori per gli effetti collaterali. 

Prima di tutto bisogna dire che il vaccino è sicuro. I possibili effetti collaterali sono veramente minimi, molto simili a quelli che si potrebbero manifestare con il vaccino antinfluenzale. I rischi, dunque, sono veramente bassi.

Eppure c'è già chi dice che è pronto a rinunciare al vaccino.

Magari sono anche quelle persone che almeno tre volte al giorno si accendono una sigaretta. Della serie, non hanno problemi a fumare qualcosa che di sicuro fa male alla loro salute, ma si fanno problemi a iniettarsi qualcosa che di sicuro non può fare che bene.

Tra gli scettici a Monza ci sono anche medici e infermieri?

Secondo i dati che ho presentato io stesso in una conferenza pochi minuti prima di sottopormi al vaccino, a Monza solo il 90 per cento degli operatori sanitari è disposto a vaccinarsi. Dico "solo" perché dovrebbero essere il 100 per cento. Non è possibile che un medico non creda in un vaccino, ovvero nell'unica arma a disposizione dell'uomo per sconfiggere il Covid-19.

E tra la popolazione?

Se prendiamo come campione invece la popolazione monzese, solo il 50 per cento è disposa a vaccinarsi, stando ai dati presentati invece dal sindaco Dario Allevi. Un numero ancora troppo basso: dobbiamo diffondere il senso di sicurezza del vaccino.

E lei ne è la dimostrazione. Questa mattina, neanche 24 ore dopo la somministrazione, è andato a visitare tre pazienti a domicilio camminando sotto la neve.

Esatto. Ho visto la neve e ho deciso di non prendere la macchina per far prima. Ne ho approfittato così per fare una passeggiata. Poi sono tornato a casa e prima di andare in ambulatorio ho giocato qualche minuto con la mia nipotina di due anni.

Ora con il vaccino si sente più sicuro stare con la nipote?

Sì, certo. Tengo la famiglia sotto controllo tramite tamponi rapidi. Sicuramente però ora con il vaccino in corpo mi sento più sicuro anche quando gioco con mia nipote.

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