Covid, epidemiologo La Vecchia: “Il contagio in Lombardia rallenta, picco tra dieci giorni”
"La velocità del contagio è nettamente diminuita. Il picco sarà quasi certamente prima di Pasqua, è possibile che già attorno al 22-25 marzo inizieremo a vederlo. Di certo entro inizio aprile la situazione dovrebbe migliorare". A dirlo è il professor Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia alla Statale di Milano, intervistato da Fanpage.it, analizzando i dati Covid in Lombardia nel primo giorno di zona rossa.
Cosa ci dicono i dati su ricoveri e contagi?
Se consideriamo le terapie intensive, vediamo che erano aumentate del 34% nella settimana dal 28 febbraio al 7 marzo. Nei sette giorni successivi l'aumento è stato del 25%. Anche per i ricoveri si passa dal 23% al 20% in più. Per quanto riguarda i contagi, ieri erano analoghi alla domenica precedente. I casi nell'ultima settimana (dal 7 al 14 marzo) sono saliti del 7%, in quella precedente (dal 28 febbraio al 7 marzo) del 30%, prima ancora (dal 21 al 28 febbraio) la crescita era stata del 47%. Questo significa che il virus sta rallentando e non c'è un'espansione esponenziale.
Le misure anti Covid stanno funzionando?
Gli effetti della zona rossa li vedremo tra 15 giorni. Sicuramente da alcune settimane c'è allarme e quindi maggiore attenzione. Per questo abbiamo già un'evidenza di livellamento, non tanto della crescita quanto della velocità di crescita.
Quando raggiungeremo il picco?
La velocità di crescita è nettamente diminuita. Il picco sarà quasi certamente prima di Pasqua, è possibile che attorno al 22-25 inizieremo a vederlo. Entro inizio aprile la situazione dovrebbe migliorare salvo un cambiamento di curva, che è possibile ma non probabile con le restrizioni.
La situazione è più allarmante in alcune province?
La sola provincia che non sale più è Brescia, che aveva molti casi e dove le restrizioni sono scattate prima. Per quanto riguarda le altre province, nell'ultima settimana hanno visto tutte un aumento. Tra i più significativi ci sono quelli di Milano (+9%), Bergamo (+8%) ma soprattutto Mantova (+24%), Cremona (+26%). Il sud della Lombardia è ancora in una situazione critica, qui il carico sulle strutture sanitarie è più importante.
Rischiamo di arrivare alla saturazione delle terapie intensive?
Sono almeno tre settimane che i pazienti in terapia intensiva da Brescia vengono smistati altrove. Ora siamo a 714 letti occupati. La speranza è di non superare il picco di novembre di 904 pazienti, ma temo che ci avvicineremo a quei livelli prima di migliorare.
Vedremo un effetto positivo delle vaccinazioni?
Le vaccinazioni dopo Pasqua aumenteranno, questo è certo, perché arriveranno molte dosi. Bisogna ricordare che i vaccini non sono fatti per impedire i contagi, nessun vaccino lo fa. L'obiettivo è impedire la malattia e in particolare quella severa, sulla quale l'efficacia è per tutti vicina al 100%. Essendoci meno malati e soprattutto meno malati con sintomi, i vaccini hanno quindi come effetto collaterale anche il rallentamento della trasmissione, che diventerà gradualmente meno veloce. Gli effetti si vedranno progressivamente, ma già ora abbiamo qualche primo beneficio. Il numero di morti è inferiore alle attese rispetto ai ricoverati e una delle ragioni è che ora un terzo degli ultra 80enni è vaccinato.
Quando potrebbe accadere?
Un effetto sensibile dei vaccini si avrà quando avremo coperto tutta la popolazione oltre i 60 anni, visto che la gran parte dei ricoverati e delle vittime è in quella fascia di età. È difficile dire quando questo accadrà: siamo partiti con la campagna di massa in ritardo di tre mesi rispetto al Regno Unito. Se tutto va bene, l'effetto che oggi c'è lì da noi si dovrebbe vedere a maggio.