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Covid 19

Covid, a Milano primo sabato con le misure anti movida: “Zero controlli, alcol venduto dopo le 24”

“Non ci sono controlli, gli altri locali vendono alcol d’asporto fino almeno alla una di notte, il contagio così aumenta”. Queste le denunce raccolte da Fanpage.it durante il primo sabato dalla nuova ordinanza della Regione Lombardia che ha dettato regole più stringenti per evitare assembramenti e la diffusione del contagio da Covid, limitando la movida.
A cura di Filippo M. Capra
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"Abbiamo visto due vigili sparuti una settimana fa che passeggiavano e ammonivano leggermente chi non aveva la mascherina. La polizia non c'era, se aumentano i casi è anche per la mancanza del controllo". Raccontano così a Fanpage.it la situazione controlli a Milano alcuni titolari dei locali sui Navigli durante il primo sabato di nuove restrizioni imposte sia dal Dpcm che dalla nuova ordinanza della Regione Lombardia con quest'ultima che impone il divieto di vendita di alcolici d'asporto dopo le 18 e la chiusura dei locali massimo alle 24, come stabilito anche dal Governo Conte.

I gestori: Nemmeno un poliziotto o un carabiniere e gli altri locali vendono vino tutta notte

Seppur la presenza di persone sia scarsa e comunque per lo più osservante le regole di distanziamento e vestizione della mascherina, ci sono alcuni gestori dei locali infastiditi per la mancanza di controlli. "Io sono stato molto infastidito ieri sera quando ho visto che ho chiuso a mezzanotte e altri hanno continuato a lavorare con la claire per metà abbassata", denuncia un titolare di un locale sui Navigli lasciando intendere dunque che nemmeno per l'orario di chiusura le forze dell'ordine sono passate a controllare che i bar e i pub chiudessero. "Hanno servito il vino, io sono rimasto qui fino alla una giusto per vedere", ha poi aggiunto, rivelando di aver sperato "di vedere qualche poliziotto. Anzi – ha proseguito – sono andato via in macchina per cercare una pattuglia ma non ho trovato nessuno. Tutto ciò è vergognoso". Un altro, invece, spiega di osservare tutte le regole a differenza di altri, suggerendo quindi che "invece che tagliare gli orari di apertura, si potrebbero applicare le regole in maniera più rigida". La situazione lungo i Navigli sarebbe infatti diversa rispetto al resto della città, perché secondo una testimonianza di un gestore, "il distanziamento nei bar non esiste, io non ho mai sentito di un bar che è stato multato o chiuso qua sul Naviglio per via del mancato distanziamento tra i tavoli. Zero".

(Ha collaborato Simone Giancristofaro)

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