Costringe la figlia 13enne a fare sesso telefonico con un uomo: madre condannata a 13 anni di carcere
Nella giornata di oggi, mercoledì 23 ottobre, sono state condannate due persone perché accusate di tentata violenza sessuale e pornografia in concorso. La vittima è una ragazzina di soli tredici anni, che è figlia di uno dei due condannati.
Gli imputati erano una donna di 46 anni, madre dell'adolescente, e un uomo di 52 anni. La prima è residente in Puglia, il secondo a Milano. I due si sono conosciuti sul web. Dopo un periodo di tempo, hanno iniziato ad avere una relazione extraconiugale. Gli inquirenti – le cui indagini sono partite grazie alla denuncia di una amica della tredicenne, alla quale aveva confidato tutto – hanno scoperto che la 46enne costringeva la figlia a fare sesso telefonico.
Le telefonate avvenivano in orari notturni oppure alle prime ore del mattino. Per agire indisturbata, la 46enne somministrava sonniferi al marito e padre della vittima, che non si è mai accorto di nulla. Mentre la piccola era costretta a compiere queste chiamate, la donna compiva atti di autoerotismo.
La madre le ha anche scattato diverse foto intime che poi inoltrava all'amante. Su i dispositivi elettronici di entrambi sono stati trovati sia videoregistrazioni delle telefonate che immagini. La donna ha anche obbligato la figlia a compiere atti di autolesionismo per poi inviare le foto delle ferite. I due sono stati arrestati a maggio 2024.
Oggi la giudice del tribunale di Lecce, Francesca Mariano, ha condannato – durante il processo con rito abbreviato – la madre a 13 anni di carcere e il 52enne a 12 anni di reclusione. La donna era accusata anche di maltrattamenti aggravanti in famiglia, l'uomo di atti persecutori aggravati. Sia la ragazzina che il padre si erano costituiti parte civile.