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Costretta dal marito a vivere come una prigioniera: si salva chiamando il 112 con il cellulare di uno sconosciuto

I Carabinieri della Stazione di Martinengo, in provincia di Bergamo, hanno arrestato un 37enne con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della moglie: la donna non dormiva più la notte con la paura di venire picchiata dal marito.
A cura di Giorgia Venturini
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Un uomo di 37 anni è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti nei confronti della moglie. Il 37enne faceva uso di cocaina e da tempo aveva perso il lavoro restando così a casa in disoccupazione. Tanta la paura della donna, 28enne, che viveva come da prigioniera tra le mura domestiche. Il marito infatti le impediva anche di usare il telefono: in questo modo non poteva contattare i parenti residenti in Marocco. Quelle mura domestiche quindi per lei sono diventate un luogo da cui poter scappare.

Nell'ultimo periodo la donna aveva sempre più paura del marito tanto che non riusciva a dormire per la paura che lui la picchiasse nel sonno e che potesse fare del male anche ai loro figli. La moglie infatti era vittima di continui maltrattamenti: la donna alle forze dell'ordine ha invece precisato che il coniuge non ha mai picchiato invece i tre bambini anche se il rischio era alto. Solo nell'ultimo periodo la casa della coppia era stata venduta all’asta e talvolta si erano trovati senza luce e gas. Inoltre le pratiche per il rinnovo dei loro permessi di soggiorno non erano state fatte. Fortunatamente ora la donna e i piccoli sono salvi.

I Carabinieri della Stazione di Martinengo, in provincia di Bergamo, hanno arrestato il 37enne che ora si trova agli arresti domiciliari lontano dalla famiglia. La fine dell'incubo è stato possibile perché la donna è riuscita a contattare i carabinieri dopo aver chiesto il cellulare a un passante. Così la 28enne ha denunciato anni e anni di maltrattamenti iniziati nel 2013 quando la coppia si era sposata dopo un incontro combinato delle due famiglie. Da tempo quindi la donna era vittima di aggressioni fisiche e verbali e minacce di morte.

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