“Così vivo a -80 gradi”: parla il ricercatore italiano che si è trasferito al Polo Sud per un anno

Gabriele Carugati è ricercatore dell’Università Insubria e uno degli scienziati della 39esima spedizione italiana in Antartide: resterà al Polo Sud fino al prossimo novembre, trascorrerà 9 mesi di inverno con temperature attorno ai -80 gradi. A Fanpage.it ha raccontato la sua vita in un mondo fatto tutto di ghiaccio.
A cura di Giorgia Venturini
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"Sono Gabriele Carugati e mi trovo attualmente alla base Concordia in Antartide. Ricopro il ruolo di glaciologo e chimico dell'atmosfera". Ha 43 anni ed è un comasco uno degli scienziati presenti al Polo Sud: qui ci resterà fino a novembre dell'anno prossimo, è infatti uno dei 13 professionisti che rimarranno alla base anche durante il periodo invernale che inizierà a febbraio e finirà a novembre. Durante questi mesi, oltre a continuare a fare ricerca, "saranno i custodi" di questa stazione.

Si tratta di "una delle missioni italiane in Antartide, finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), sono gestite dal Cnr per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi".  La Stazione Concordia è stata costruita ed è gestita in collaborazione con la Francia.

Carugati, membro della 39esima spedizione italiana in Antartide e ricercatore dell'Università dell'Insubria, ha raccontato a Fanpage.it la sua vita da scienziato al Polo Sud e in un mondo fatto tutto di ghiaccio.

Che temperature ci sono in questi giorni? 

C'è ghiaccio dappertutto e al momento c'è una media di -30 gradi di giorno e -38 di notte. In realtà ora non c'è differenza tra giorno e notte perché il sole non tramonta mai in questo periodo. Quando c'è vento arriviamo a percepire anche meno 40 gradi.

E siete ancora in estate, quando arriverà l'inverno che temperature avrete?

A febbraio inizierà la campagna invernale e qui resteremo solamente in 13, siamo i cosiddetti invernati o "winterover". Le temperature saranno più rigide: oscilleranno tra i 70 e i 80 gradi sotto lo zero. Poi col vento potremmo arrivare anche a -100.

Cosa farete nei mesi invernali?

Oltre a occuparci di scienza dovremo anche mantenere attiva la base, che è come una grande casa che va curata. Viviamo in due torri da tre piani collegate con un corridoio, c'è la torre silenziosa e la torre rumorosa.

Nella torre silenziosa ci sono ovviamente le stanze e i laboratori e nella torre rumorosa c'è la nostra sala pranzo, un living, una palestra, una sala svago dove ci si può guardare un film. All'esterno invece ci sono tutti i vari container che fungono da magazzino. Qui conserviamo il cibo e tutta quella attrezzatura che ci può servire in caso si rompa qualcosa durante l'inverno. Da febbraio a novembre nessuno se ne va, nessuno arriva e qualsiasi cosa succeda la dobbiamo risolvere.

Come affrontate queste rigide temperature? 

L'attrezzatura che ci hanno fornito è di prim'ordine, per cui abbiamo abbigliamento adeguato a partire proprio dall'intimo: i vestiti sono studiati apposta per poter resistere a queste temperature. L'aria è molto secca, l'umidità si aggira intorno i 10 e i 15 per cento, se non ti metti qualcosa per coprire le vie respiratorie dopo un paio di respiri è un problema.

Di cosa ti occupi sulla base Concordia? 

Mi occupo di campionamenti di neve superficiale e di neve profonda e di campionamento di polveri sospese nell'aria. Le finalità della ricerca sono quelle di studiare un po' come evolve l'ambiente in Antartide. Il vantaggio è che qui non ci sono emissioni legate all'uomo quindi si può andare a definire quello che è il bianco ambientale, ovvero quello che naturalmente ci sarebbe in circolo se non ci fosse l'uomo.

Quali sono i rischi nel vivere in Antartide?

Uscire da soli è pericoloso. Per questo si esce sempre in due e meglio in tre. La prima regola è la sicurezza delle persone. Quindi, oltre all'abbigliamento che ovviamente ci protegge, bisogna anche guardarsi in faccia, vedere se la persona che ci sta vicino sta bene. Qui è "l'Antartide che comanda".

Non ci sono altri pericoli: non ci sono animali. Quello più vicino a noi è a 1200 km sulla costa ed è il pinguino imperatore. E non è neanche un animale pericoloso. Poi qui attualmente non ci sono neanche virus e batteri. Quindi il rischio principale resta l'ipotermia: a volte non te ne accorgi perché prima hai dolore poi passa e pensi che ti sei abituato, ma invece è perché sei già nella prima fase di congelamento. Tutto questo ce lo l'hanno spiegato nei vari corsi prima di partire.

Come mangiate? 

Abbiamo uno chef di tutto rispetto: ora quello che può avere una qualsiasi persona nel freezer lo abbiamo anche noi. Adesso poi è anche più facile: ci sono i collegamenti aerei che portano il fresco che viene scaricato immediatamente per evitare che congeli. Via aereo arriva anche altro materiale che ci serve. Questi aerei non arriveranno più appena inizia l'inverno quindi ci siamo organizzati per tempo per affrontare i nove mesi.

Come vi scaldate nel centro di ricerca? 

C'è una mini centralina termica che produce calore, come quella che può avere un condominio. Il calore poi viene riciclato per evitare gli sprechi, così come l'acqua utilizzata per i servizi in generale viene riciclata all'85 per cento. Ovviamente con tutte le dovute analisi chimiche.

Dal punto di vista della salute chi vi assiste? 

Abbiamo due medici, uno ufficiale della campagna e un medico dell'Agenzia spaziale europea che qui svolge esperimenti su di noi con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita nella stazione spaziale orbitante. Quest'ultima dottoressa si occupa proprio di raccogliere dati su di noi, studia come ci adattiamo all'isolamento, al freddo e al buio.

Come comunichi con la tua famiglia?

Tutti i giorni scrivo a mio figlio e quasi tutti i giorni riusciamo anche a vederci in videochiamata. Lui in realtà è stato l'unico ad avere voce in capitolo per decidere sulla mia partenza. Ha capito che era il mio sogno. E lo è veramente: quando guardavo i documentari in televisione speravo che un giorno avrei fatto una spedizione simile anche io. Ci sono riuscito.

Cosa ti manca di più della vita "normale"?

Un giro in moto sul lago di Como. Lo tengo buono per quando torno.

Come passi il tuo tempo libero invece in Antartide? 

Mi sono portato alcuni libri e film. Penso positivo, ho messo in conto che ci saranno giorni di down e si affronteranno come si affrontano quelli nella vita normale. Qui però ci saranno tre mesi effettivamente di buio completo, ma vedremo tantissime costellazioni. Dovrebbe essere l'anno con la maggior quantità di eventi solari, ovvero quelli che generano le aurore.

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