Cos’è la Junta, la “lotteria” clandestina che a Milano sta riducendo molte famiglie sul lastrico

Scovato a Milano un sistema “fai da te” di raccolta e distribuzione del denaro: la pratica, importata dal Perù, è un ibrido illegale tra banca e lotteria e chi vi aderisce finisce spesso vittima degli usurai, come è avvenuto a una 37enne che ha denunciato.
A cura di Chiara Daffini
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Una sorta di banca casalinga, che ogni mese diventa anche fantomatica lotteria. La pratica, originaria del Perù e importata in Italia dai suoi cittadini emigrati nel nostro Paese, è aperta solo a persone fidate, che però spesso tali non si dimostrano. Come nel caso che ha portato, nella sera di sabato 6 luglio, all'arresto di due persone per estorsione da parte degli agenti del Commissariato Monforte Vittoria, guidati dal dirigente Manfredi Fava.

Una "banca" pericolosa

Tutto ha inizio nel 2022, quando una 37enne peruviana residente a Milano decide di organizzare una Junta per finanziare un'attività commerciale.

La Junta funziona, in maniera totalmente casalinga e non istituzionale, come un ibrido tra banca e lotteria. L'organizzatore riunisce a casa propria altri nove partecipanti. Tutti, host compreso, devono versare mensilmente 500 euro per 12-15 mesi. L'organizzatore si trova quindi a gestire una cassa di liquidità di 60mila euro all'anno.

Ogni mese, oltre al contributo da versare, c'è un appuntamento fisso con l'azzardo. I partecipanti si riuniscono attorno a un tavolo con un foglio bianco ciascuno, su cui, all'insaputa degli altri, scrivono un numero da 0 a 500. Chi ha scritto la cifra più alta ottiene le quote del mese di tutti i partecipanti (cioè cinquemila euro), a cui si sottrae la quota che lui o lei stessa ha scritto sul foglio.

Il maggior vantaggio si ottiene dunque superando gli altri con una cifra il più contenuta possibile, fermo restando che, anche chi si porta a casa il "bottino" del mese dovrà comunque continuare a pagare la propria quota mensile fino al termine dell'anno. I problemi sorgono quando uno o più partecipanti non riescono a tenere fede all'impegno economico preso e non versano quindi le rate.

A quel punto è l'organizzatore a rimetterci: è lui o lei che deve infatti coprire le quote mancanti, rischiando di essere trascinato in un gorgo di debiti contratti a tassi di usura stellari da altri connazionali. È quanto accaduto alla 37enne sopra citata, che si è trovata con un buco di 13mila euro e per farvi fronte ha chiesto aiuto a un uomo e una donna (quest'ultima parte della Junta), finendo vittima di estorsione.

Il giro dell'usura e la trappola

I 13mila euro si sono più che triplicati, con tassi di interesse che crescevano del 10-15% ogni mese: dei 38mila euro richiesti dalla coppia di usurai, la donna è riuscita a versare 25mila euro, poi non ce l'ha più fatta e, anche di fronte ai messaggi di minaccia di morte a lei e ai familiari in Perù, ha deciso di denunciare.

Lo ha fatto circa una settimana prima dell'arresto dei due estorsori, bussando alla porta del Commissariato Monforte Venezia. Gli agenti hanno raccolto testimonianze e accertato quanto riferito dalla 37enne, la quale li ha anche allertati su un previsto scambio di denaro nel tardo pomeriggio del 6 luglio. Sono quindi stati  stampati duemila euro fotocopia che la vittima, all'appuntamento prestabilito, ha consegnato  ai suoi usurai. Ad attendere i due, però, c'era anche la polizia, che li ha colti così in flagranza di reato.

Per la coppia, un uomo di 37 anni e una donna di 48, residenti in città ed ex coniugi, sono scattate le manette con l'accusa di estorsione. Mentre una terza donna, trovata in auto con loro, è ora indagata a piede libero per lo stesso reato, d'intesa col pm Maurizio Ascione. A casa della donna arrestata sono inoltre stati trovati 18.400 euro in contanti, nascosti e impacchettati con cura, insieme a quattro agende di appunti con liste di nomi e percentuali di prestiti. Sono ora in corso le indagini sulla presenza di altre vittime.

"Quello della Junta – spiega il dirigente del Commissariato Monforte Vittoria Manfredi Fava – è un sistema molto complesso, vi accedono solitamente persone già in difficoltà economica e il rischio elevato, quando si entra in questi giri, è di non riuscire più a rientrare nella restituzione delle quote, diventando preda per gli usurai". A questo punto chi si trova intrappolato in tale condizione difficilmente riesce a denunciare, perché, il sistema della Junta implica anche illeciti gravi, per esempio, ricorda Fava: "L'evasione fiscale e l'aggiramento delle norme bancarie".

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