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Caso Chiara Ferragni

Cos’è la frode in commercio su cui si concentrano le indagini su Chiara Ferragni

Salgono a quattro le Procure nazionali che al momento stanno indagando su Chiara Ferragni e i pandori benefici Balocco dopo la maxi multa dell’Antitrust. Il rischio, per l’imprenditrice digitale, è quello dell’accusa di frode in commercio. Ma è davvero uno scenario plausibile?
Intervista a Paolo Di Fresco
Avvocato penalista del Foro di Milano
A cura di Francesca Del Boca
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Milano, Cuneo, Prato e Trento. Salgono a quattro le Procure nazionali che, al momento, a seguito degli esposti per truffa aggravata presentati dal Codacons in 104 province d'Italia stanno indagando su Chiara Ferragni e i pandori benefici Balocco dopo la maxi multa dell'Antitrust per "pratica commerciale scorretta".

Si tratta di fascicoli "esplorativi" modello 45, ovvero senza indagati né ipotesi di reato. Qualora le indagini dovessero però proseguire e prospettare la stessa ipotesi di reato nelle varie province, essendo unico il fatto, le varie inchieste confluirebbero in un unico procedimento – verosimilmente facente capo al procuratore Eugenio Fusco di Milano, dove risiedono Ferragni e le società "incriminate" Fenice e TBS Crew, e dove la Guardia di Finanza sta già esaminando il materiale prodotto dall'autorità garante del mercato: il capo d'accusa che pende sulla testa dell'imprenditrice digitale potrebbe essere, in tal caso, quello della frode in commercio. Ma è uno scenario davvero possibile?

Cosa si intende per reato di frode in commercio? 

Il reato di frode in commercio tutela la correttezza degli scambi commerciali o, per essere più chiari, l’affidamento dell’acquirente che il prodotto che acquista non abbia origine, provenienza, qualità o quantità diversa da quella dichiarata. Il reato consiste, dunque, nella consegna al compratore di un bene diverso da quello che era stato offerto al pubblico oppure pattuito in una trattativa individuale.

Che pena comporta?

A meno che non si tratti di oggetti preziosi, la pena prevista è la reclusione fino a due anni o la multa fino a euro 2.065.

La Procura milanese, come altre, ha aperto un fascicolo "conoscitivo". Quali elementi ci dovranno essere perché si trasformi in un'indagine vera e propria?

Immagino che i pm avvieranno indagini per capire se l’offerta al pubblico del pandoro Balocco, già sanzionata dall’Antitrust “per pratiche commerciali scorrette”, costituisca anche una frode in commercio. Più precisamente, andrà chiarito quale sia stato il ruolo della influencer e delle società che ne gestiscono l’immagine nella scelta di legare la vendita dei dolci griffati Ferragni a una donazione che, a quanto pare, Balocco aveva già fatto per conto suo. Non escludo, dunque, che Chiara Ferragni possa essere sentita quanto prima.

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Quali sono i capi d'accusa che l'imprenditrice digitale può rischiare, adesso?

Se fossero raccolti elementi per sostenere un’accusa nei suoi confronti, cioè che abbia agito con coscienza e volontà di offrire in vendita un bene diverso da quello dichiarato, rischierebbe, appunto, la contestazione della frode in commercio. Non mi pare, però, che la vicenda abbia un nitido rilievo penale: i pandori sono stati commercializzati in modo ingannevole ma pur sempre di pandori si tratta, non c'è stata la vendita di un bene diverso da quello dichiarato.

L'accusa di truffa aggravata che le hanno mosso le associazioni di consumatori, invece, può stare in piedi? 

Non credo che ricorrano i presupposti di una truffa e, specificamente, di una truffa contrattuale.

Di che tipo di reato si tratta, quando si configura e che pena comporta?

La truffa, che è reato posto a tutela del patrimonio, ricorrere quando l’acquirente sia stato indotto a concludere il contratto in forza di artifici e raggiri, cioè quando – per essere più chiari – chi vende nasconda o rappresenti falsamente a chi compra circostanze di fatto che ne condizionano la volontà.

La truffa presuppone, in breve, che l’inganno sia determinante per la conclusione del contratto. Nel caso specifico, andrebbe dimostrato che i vari acquirenti hanno comprato il pandoro solo ed esclusivamente per fare beneficenza: un'ipotesi ardua da dimostrare… la frode in commercio, invece, non richiede gli artifici e i raggiri ma si consuma semplicemente con la consegna di una cosa diversa da quella dichiarata o pattuita. È il caso, per intenderci, della cosiddetta vendita aliud pro alio, di una cosa per un’altra. Un'ipotesi, questa, teoricamente più plausibile della truffa, ma in concreto comunque poco probabile.

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