Cos’è il disorientamento spaziale del pilota che potrebbe aver fatto precipitare l’aereo a San Donato
Sono passati tre giorni dal disastro aereo di San Donato Milanese in cui persero la vita otto persone, tra queste anche un bambino di un anno. Da allora sono poche le certezze in mano agli inquirenti che indagano su quanto è accaduto: ad oggi si sa solo che il Pilatus Pc-12 del ricco imprenditore romeno Dan Petrescu è decollato poco dopo le 13 di domenica 3 ottobre dall'aeroporto di Linate per precipitare su un palazzo in costruzione pochi secondi dopo. In un video pubblicato ieri dal Corriere della Sera e girato da un automobilista di passaggio immortala il minuto dello schianto: l'aereo privato è precipitato come un sasso, in perfetta verticale. Solo la scatola nera, recuperata già dopo pochi minuti dall'incidente, potrà accertare le cause dell'incidente. Ad oggi si possono fare solo congetture e domande. Una tra tutte, è stato un guasto o cosa ha provocato la caduta verticale dell'aereo?
Quel giorno oltre i 500 metri di altezza non c'era visibilità
Tra le congetture di questi giorni si fa sempre più certa quella del disorientamento spaziale del pilota. Ma di cosa si tratta? "Quel giorno molti piloti delle compagnie aeree che stavano volando sopra Milano hanno precisato che la visibilità era molto scarsa. Le nuvole erano basse e sopra i 500 metri di altezza non si aveva visibilità", spiega a Fanpage.it il generale dell'Aeronautica in pensione Carlo Landi. Così per un pilota poco esperto perdere l'orientamento è un attimo: "Bisogna fare una considerazione: ognuno di noi se si trovasse sospeso nel vuoto e chiudesse gli occhi sarebbe disorientato. Perché non avremmo riferimenti visivi. La stessa cosa succede in volo". Il disorientamento spaziale spiegherebbe anche la caduta verticale dell'aereo: l'imprenditore romeno ai comandi dell'aereo avrebbe perso l'orientamento del velivolo rispetto al piano della superficie terrestre. Così si sarebbe accorto troppo tardi che stava precipitando. Nonostante, come si vede nel video, avesse tentato di riprendere il controllo dell'aereo negli ultimi secondi, ormai era troppo tardi. "L'unico modo per evitare il disorientamento spaziale è quello di mantenersi allenati alla guida. Non basta l'addestramento iniziale che serve solo a leggere bene gli strumenti. Se però non si pilota per molto tempo questi incidenti dovuti al disorientamento spaziale sono molto frequenti".
La altre ipotesi sulle cause dell'incidente
Gli inquirenti stanno vagliando tutte le possibili cause che possono spiegare il disastro aereo di domenica. Oltre a quella del disorientamento spaziale c'è quella del malfunzionamento dell'aereo: il pilota ha chiesto un "vettore" per rientrare, ma in fase di virata ha perso il controllo del mezzo precipitando come in sasso. Certo – come già spiegato a Fanpage.it dal generale Landi – non può essere solo un'avaria del motore: se il motore si fosse fermato le ali e un'adeguata velocità avrebbe consentito al pilota di planare e non di precipitare come un sasso. Infine, tra le ipotesi ci sarebbe anche un guasto meccanico: "L'aereo è precipitato e allo stesso tempo ruotava su se stesso. Questo potrebbe essere spiegato da una rottura meccanica", conclude il generale.