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Cosa vuol dire che, secondo il pm, c’è un’organizzazione criminale attorno ad Alessia Pifferi

Il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha rivelato che le investigazioni nel filone dell’inchiesta che vede indagate due psicologhe del carcere San Vittore per falso ideologico e favoreggiamento per Alessia Pifferi, saranno allargate anche ad altre due professioniste. Una avrebbe partecipato all’incontro in cui è stato somministrato il test senza però firmare la relazione. L’altra, che sarebbe esterna al carcere, avrebbe revisionato il documento finale inserendo modifiche e correzioni.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, lunedì 4 marzo, si è svolta una nuova udienza del processo che vede come imputata Alessia Pifferi. La donna è accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi Diana, abbandonandola in casa per sei giorni. L'avvocata che la assiste ha chiesto di poter rinviare l'udienza. La Corte ha stabilito che sarebbe stato ascoltato lo psichiatra forense Elvezio Pirfo, che è stato incaricato di svolgere una perizia psichiatrica superpartes sulla 38enne, e che il contro interrogatorio della difesa sarebbe stato posticipato.

L'esperto si è espresso proprio sugli esami che sono stati somministrati a Pifferi dalle psicologhe del carcere di San Vittore dove è detenuta. Ha segnalato che il risultato del test di Wais non è attendibile. Ha inoltre affermato: "L'intervento delle due psicologhe non era appropriato" e sostenuto come non sia possibile capire se sia stata influenzata da un intervento delle due dottoresse considerato che i colloqui non sono stati video registrati.

Le dottoresse sono indagate in un'inchiesta parallela per falso ideologico e favoreggiamento. Subito dopo l'esperto, è intervenuto il pubblico ministero Francesco De Tommasi, titolare di entrambe le indagini. Il magistrato ha affermato che la richiesta di rinvio presentata dall'avvocata  è "pretestuosa" e che "l'imputata ha fatto delle dichiarazioni che sono state imbeccate".

In particolare modo, ha fatto riferimento alle affermazioni della 38enne durante i colloqui con Pirfo. Avrebbe infatti detto di essere stata vittima di abusi da parte di un uomo. "La presunta violenza sessuale subita quando era minore è assolutamente falsa e fornirò prova anche di questo", ha sottolineato il sostituto procuratore. "L'intero racconto è frutto di un suggerimento ben preciso dato all'imputata". Ha rivelato che le investigazioni saranno allargate anche ad altre due psicologhe.

Nello specifico una delle due avrebbe partecipato all'incontro in cui è stato somministrato il test senza però firmare. L'altra, che sarebbe esterna all'istituto penitenziario milanese, avrebbe revisionato il documento finale apportando modifiche e correzioni.

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