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Caso Chiara Ferragni

Cosa svelano le email tra Chiara Ferragni e la Balocco e perché hanno fatto scattare l’indagine per truffa

Le email tra la società di Chiara Ferragni e Balocco sarebbero al centro delle indagini della Procura di Milano, che lunedì 8 gennaio ha deciso di aprire un fascicolo e di iscrivere nel registro degli indagati la celebre influencer e la presidentessa dell’azienda dolciaria Alessandra Balocco.
A cura di Giorgia Venturini
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Saranno le email che dal 2021 si erano scambiate il team di Chiara Ferragni e quello della Balocco, per definire gli accordi della vendita del pandoro "PinkChristmas", a confermare o smontare l'accusa di truffa aggravata. Questi messaggi sarebbero infatti nel mirino della Procura che lunedì 8 gennaio ha deciso di aprire un fascicolo e di iscrivere nella lista degli indagati i nomi della famosa influencer e quello della presidentessa dell'azienda dolciaria Alessandra Balocco.

I contenuti di quelle email restano ancora sotto segreto e lo resteranno per tutto il corso delle indagini. Indagini che dureranno ancora per mesi. Intanto entrambe le imprenditrici si dichiarano serene e pronte a collaborare con la magistratura.

Cosa svelano i contenuti delle email

I primi accertamenti sono stati avviati dall'Antitrust che al termine della verifiche ha sanzionato per un milione di euro Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole. Da qui Procure e Guardia di Finanza di Milano hanno fatto scattare le loro indagini prima contro ignoti e senza accusa di reato e poi mirando gli accertamenti verso le due imprenditrici. L'Antitrust già a dicembre aveva reso pubblico il contenuto di alcune email scambiare tra i due rispettivi team impegnati nella trattativa commerciale.

Si deve risalire al novembre del 2022 quando l'oggetto delle email è concentrato su come inserire nella comunicazione il tema delle donazioni. Il manager della Balocco al team Ferragni aveva rimarcato che su questo tema c'era incomprensione: "Per noi è molto importante sottolineare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite (in quanto si tratta di una donazione che non è legata all'andamento del prodotto sul mercato)", scrive in una email riportata dal Corriere della Sera.

In una email interna dell'azienda dolciaria si legge: "Massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite. Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono "

ll team dell'influencer ha poi corretto alcuni punti del comunicato stampa proponendo così: "Buongiorno. Ho rivisto il comunicato in qualche punto. Te lo rimando in allegato. […] ‘Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino'".

A far clamore però è una email interna dove si legge un messaggio riferito al team Ferragni: "Mi verrebbe da rispondere che in realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante".

Cosa succederà ora alle indagini sul caso Ferragni

Nei giorni scorsi altre Procura, dopo gli esposti a pioggia del Codacons, avevano aperto altri fascicoli senza ipotesi di reato né indagati: ora tutti gli atti saranno trasmessi a Milano, l'unica Procura a procedere sul caso. La Guardia di Finanza sta facendo tutte le verifiche del caso analizzando la documentazione dell'Agcm, ma occorreranno settimane se non mesi prima che si arriverà a una conclusione delle indagini.

Intanto il Codacons ha lanciato una "azione collettiva contro Chiara Ferragni per conto di tutte le parti lese dai presunti illeciti per cui indaga la magistratura, volta a far ottenere ai consumatori che hanno acquistato il pandoro Balocco ‘Pink Christmas' il rimborso delle maggiori somme pagate".

Nel dettaglio l'associazione spiega che "con la nostra azione miriamo a far ottenere rimborsi per complessivi 1,65 milioni di euro agli acquirenti del pandoro griffato Ferragni, somma calcolata sugli oltre 290mila pandori venduti nel 2022 (su un totale di 362.577 pezzi commercializzati) e pari alla differenza tra il prezzo del pandoro ‘normale' Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), incremento di valore che, complici i post dell'influencer, avrebbe fatto ritenere che la maggiorazione di prezzo di 5,69 euro fosse il valore della donazione in solidarietà dei singoli acquirenti".

La Procura di Milano si concentra sul caso Pandoro Balocco

Al centro delle indagini della Procura di Milano, coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, al momento ci sarebbero solo il caso del pandoro Balocco, mentre seguirebbero oggetto di indagini più secondarie i filoni investigativi legati all‘uovo di pasqua solidale promosso da Chiara Ferragni e Dolci Preziosi e quello della bambola Trudi.

In una nota Dolci Preziosi ha precisato che "nessun atto da pm su uova pasquali Cannillo,dall'autorità giudiziaria nessun intervento o richiesta". Nel dettaglio: "Franco Cannillo, legale rappresentante della Cerealitalia Id Spa, e la Cerealitalia Id Spa precisano di non essere stati destinatari di alcun intervento e/o richiesta da parte delle Autorità competenti". Questo lascerebbe intendere che resta un filone secondario di indagine.

I magistrati quindi si stanno concentrando sul caso Balocco. La Procura al momento non ha convocato le indagate per un'interrogatorio: è verosimile che la Procura attenda che i legali delle imprenditrici manifestino la loro volontà di dare una spiegazione dei fatti quando e se lo ritengano opportuno. Intanto nella giornata di lunedì 8 gennaio c'è stato un primo incontro tra il pubblico ministero e i legali delle due imprenditrice. Chiara Ferragni è difesa dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. Ora le indagini dovranno fare il loro corso.

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