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Cosa succederà al processo ad Alessia Pifferi ora che la sua avvocata è indagata per falso ideologico

L’avvocata Alessia Pontenani è indagata per falso ideologico insieme alle psicologhe del carcere che hanno incontrato Alessia Pifferi. L’avvocato e professore di Diritto Processuale Penale Oliviero Mazza spiega a Fanpage.it come questa inchiesta potrebbe incidere nel processo alla donna accusata di aver ucciso sua figlia.
Intervista a Oliviero Mazza
Avvocato e Professore Ordinario di Diritto Processuale Penale presso Università degli Studi di Milano Bicocca
A cura di Francesca Del Boca
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Alessia Pifferi e Alessia Pontenani
Alessia Pifferi e Alessia Pontenani
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Ha fatto molto rumore l'inchiesta parallela che il pm Francesco De Tommasi ha firmato ieri contro Paola Guerzoni e Letizia Marazzi, le psicologhe del carcere di San Vittore che elaborarono una relazione su Alessia Pifferi, e l'avvocato difensore Alessia Pontenani.

Per il sostituto procuratore le professioniste, in concorso con la legale Alessia Pontenani, avrebbero fornito all'imputata "una tesi alternativa difensiva", un possibile vizio di mente, e l'avrebbero di conseguenza "manipolata". Sarebbe insomma stato attestato "falsamente" che la donna "aveva un deficit grave'", con un test non "rientrante nelle loro competenze".

Un procedimento fuori dal comune, che piomba nel bel mezzo del processo che vede accusata la 38enne di Ponte Lambro per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana nel luglio del 2022: è attesa per fine febbraio l'esito della perizia psichiatrica, volta a verificare la capacità di intendere e di volere della donna (e dunque la sua imputabilità), disposta il 10 ottobre 2023 dalla Corte d’Assise di Milano e affidata al consulente Elvezio Pirfo.

Oliviero Mazza
Oliviero Mazza

Un'inchiesta parallela senza precedenti, quella del pm De Tommasi? O ci sono già stati casi in precedenza?

Non sono situazioni frequenti, ma si sono già verificate, anche in processi di notevole risalto mediatico. Stando a quanto riportato dalla stampa, l’anomalia di questo caso sembrerebbe la genesi dell’indagine, originata da valutazioni contrastanti in ordine alla capacità dell’imputata. Normalmente l’eventuale falsità in atti viene stabilita solo all’esito del processo e non nel corso dello stesso, proprio per non turbare la fisiologica dialettica processuale. Del resto, la Corte d’assise di Milano ha disposto perizia sulle condizioni dell’imputata e solo all’esito di questo accertamento imparziale si potranno fondatamente valutare eventuali profili di responsabilità in capo al difensore e alle psicologhe del carcere.

Ora che l'avvocato è indagato cosa può succedere al processo principale, quello ad Alessia Pifferi? Quali sono gli scenari possibili?

L’indagine per falso ideologico e favoreggiamento è parallela e non influisce direttamente sullo svolgimento del processo a carico della Pifferi che, come detto, sarà sottoposta a perizia disposta dal giudice. Quello che conta sarà il risultato della perizia voluta dalla Corte d’assise di Milano.

Ci sarà adesso un tema di incompatibilità del difensore indagato?

Non è una conseguenza automatica, essendo il difensore indagato in un procedimento connesso, ma non nello stesso processo. Ad ogni modo, la Cassazione ha recentemente stabilito che il difensore indagato nello stesso procedimento dell’assistito non può garantire l’effettività del diritto di difesa. Occorre poi valutare eventuali profili deontologici.

Se il legale dovesse essere ritenuto colpevole, si ripartirebbe da capo?

No, ripeto, sono due procedimenti connessi, ma separati. Dunque, quello che conta sarà il risultato della perizia, mentre l’esito del procedimento a carico del difensore e delle psicologhe non inciderà sul processo a carico della Pifferi, dato che la valutazione del giudice si fonderà sul risultato della perizia.

È stato ordinato il sequestro di altre cartelle cliniche relative ad altre detenute (alcune delle quali già condannate). Si potrebbero riaprire questi casi?

Se i processi si sono chiusi con una sentenza irrevocabile di assoluzione, la revisione non è possibile. Al contrario, se si trattasse di condanne determinate dalla commissione di reati, sarebbe possibile riaprire il processo per giungere all’assoluzione. Ma sono ipotesi astratte, nel caso concreto non si possono fare previsioni.

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