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Cosa sta succedendo all’ex Candy di Brugherio e cosa accadrà ai 100 dipendenti che rischiano di perdere il lavoro

L’Haier ha annunciato di voler interrompere la produzioni di lavatrici nell’ex stabilimento Candy di Brugherio (Monza e Brianza). I sindacati e la politica stanno lavorando per salvare i 100 posti di lavoro degli operai. Dal canto suo, la multinazionale ha specificato che è a lavoro per un progetto industriale che tutelerà i lavoratori. Ecco cosa sta succedendo.
A cura di Giulia Ghirardi
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L'ex stabilimento Candy di Brugherio (Monza e Brianza) rischia di perdere 100 posti di lavoro dopo che la multinazionale Haier ha annunciato di voler interrompere la produzione di lavatrici. I sindacati e la politica si si sono mobilitati per salvare gli operai che lavorano nella fabbrica. Dal canto suo l'azienda cinese ha fatto sapere di avere in mente un piano industriale per salvare i dipendenti. Ma come si è arrivati a questo punto?

Dalla crisi del 2012 di Candy alla decisione di Haier di interrompere la produzione di lavatrici

Facciamo un passo indietro. Nel 2012 la Candy, prima azienda italiana in assoluto a produrre lavatrici, è entrata in crisi. Questo l'ha portata, nel 2018, a diventare controllata della multinazionale cinese Haier. "Questo processo si inserisce nella più generale crisi del bianco che coinvolge tutto il settore dell'elettrodomestico per cui tutte le aziende stanno passando nelle mani delle multinazionali. La stessa cosa è successa a Whirlpool, rilevata da Beko", ha raccontato a Fanpage.it Pietro Occhiuto, Segretario di Fiom Cgil Monza e Brianza. In Italia l'unico ex stabilimento Candy rimasto era quello di Brugherio.

E proprio qui, qualche mese fa, la situazione è precipitata. "L’azienda cinese ci aveva comunicato la decisione di voler cessare la produzione di lavatrici a Brugherio e contestualmente ha annunciato la chiusura anche dello stabilimento in Romania che aveva aperto circa tre anni fa con più di 80 milioni di investimenti", ha continuato Occhiuto.

Oggi nell'ex stabilimento Candy di Brugherio lavorano circa 1100 dipendenti di cui 170 sono operai e i restanti impiegati. "Uno squilibrio che si è creato quando l'Haier ha acquisito la Candy di Brugherio spostando in loco il quartier generale europeo. Dal 2018 Brugherio è diventato il centro dell’Europa per quanto riguarda tutta la parte indiretta alla produzione". Dunque, i primi a essere colpiti dalla potenziale chiusura della fabbrica potrebbero essere proprio i 170 operi e operaie che lavorano nella fabbrica anche se, come specificato dall'azienda cinese, si sta lavorando a un progetto per tutelarli.

"In seguito alla decisione di stop alla produzione dell'Haier ci siamo attivati e abbiamo chiesto la prosecuzione di un'attività industriale a Brugherio. Nell'ultimo incontro, avvenuto lunedì 20 gennaio, l'Haier si è detta pronta a presentare un nuovo progetto industriale che però non ci è ancora stato dettagliato, non sappiamo nulla a riguardo. Probabilmente sarà nello stesso ambito produttivo però non credo sarà più una produzione diretta di elettrodomestici".

Tale progetto verrà reso noto mercoledì 29 gennaio quando si terrà il prossimo incontro con i sindacati. "Abbiamo chiesto che vengano garantiti i livelli occupazionali attuali ma anche che il progetto sia all’altezza della storia di questo stabilimento", ha spiegato ancora a Fanpage.it il segretario di Fiom Cgil Monza e Brianza.

Cosa sta facendo la politica a riguardo?

Come anticipato, quanto accaduto alla Candy è solo l'ultimo esempio di una conclamata crisi del bianco che sta colpendo già da tempo diverse aziende. "Tutto sta avvenendo nel silenzio completo del governo. Nonostante facciamo incontri con i ministri del made in Italy e del lavoro non si riesce a ottenere nulla perché il governo non sta stanziando le risorse necessarie per rendere competitivo il settore. Non c’è nessuna idea di sviluppo industriale in questo Paese, soprattutto sull’elettrodomestico", racconta a Fanpage.it Pietro Occhiuto, segretario di Fiom Cgil Monza e Brianza.

"È un problema che ci stiamo trascinando da anni, non è responsabilità soltanto di questo governo che, però, non sta facendo niente di diverso rispetto ai precedenti per cambiare la situazione. Il 21 gennaio, durante un incontro in cui era presente anche regione Lombardia, abbiamo sollecitato la situazioni di crisi in cui versa il settore metalmeccanico qui in Brianza. La cosa positiva è che sembra che Regione Lombardia aprirà sulla provincia un tavolo per lo sviluppo economico destinato alle aziende che sono in situazione di difficoltà".

Oltre ai sindacati, in prima linea per gli operai e le operaie dell'ex stabilimento Candy, ha comincato infatti a schierarsi la politica. Tra gli altri, anche il Movimento Cinque Stelle si è mobilitato.

Ci siamo mossi per cercare di cambiare un problema sistemico che esiste da tempo", ha raccontato a Fanpage.it Paola Pizzighini, Consigliera regionale Movimento Cinque Stelle. "Vogliamo che la Regione Lombardia faccia qualcosa di più per mantenere il patrimonio delle aziende lombarde e tutelarle preventivamente dalla crisi. Candy è un esempio: già dal 2018 l’azienda è in crisi e nessuno al tempo ha fatto niente. Bisogna capire che è essenziale monitorare prima e meglio la situazione di queste aziende con interventi e investimenti preventivi perché su queste situazioni di crisi arriviamo sempre troppo tardi e quando si cerca di rimediare è spesso già troppo tardi. Per questo abbiamo depositato una interrogazione al presidente Attilio Fontana per chiedere di intervenire con misure concrete e piani industriali che siano trasparenti e a lungo termine".

"Una risposta dalla Regione non è ancora arrivata. Hanno 15 giorni per risponderci. Speriamo che ci sia un segnale che inverta la rotta che si sta seguendo oggi e che ci sia la volontà di iniziare a fare prevenzione e smetterla di agire quando la situazione è già compromessa. Altrimenti faremo altre azioni per andare a parlare anche con l’Assessore di riferimento per avere delle risposte più adeguate", ha concluso la Consigliera.

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