Cosa si sa sulla fuga di monossido di carbonio del residence di Linate
Il monossido di carbonio fuoriuscito da una caldaia difettosa ha ucciso un ragazzo di 24 anni e fatto perdere conoscenza al suo compagno 21enne. È questa l'ipotesi più probabile sulla quale stanno conducendo le indagini i carabinieri. La vittima si chiamava Francesco Mazzacane ed era stato raggiunto meno di una settimana fa dal suo ragazzo Pietro Caputo in quella stanza.
La convenzione con il residence
Mazzacane viveva nel Linate Residence di Novegro, poco lontano dall'aeroporto milanese, già dai primi giorni di ottobre. Originario della Campania, come scrive Repubblica, lavorava per Esselunga.
È proprio grazie al supermercato, che ha una convenzione con il residence, che ha potuto occupare quella stanza. Dal 3 novembre, poi, la condivideva con Caputo, anche lui campano di Pompei ma residente a Torre Annunziata.
L'arrivo dei soccorsi
Alcuni parenti di Mazzacane si erano preoccupati per il fatto che non rispondesse al telefono. Hanno, quindi, deciso di contattare la reception del residence. Un dipendente è andato allora a bussare alla loro camera, senza ricevere risposta.
All'arrivo dei soccorsi, Mazzacane era già deceduto mentre Caputo non era cosciente. Il 21enne è stato poi trasportato in codice rosso al Fatebenefratelli.
Le indagini e le verifiche dei vigili del fuoco
La struttura, nel corso della giornata, è stata evacuata in attesa delle verifiche del reparto nucleare biologico chimico radiologico (Nbcr) dei vigili del fuoco. La prima ipotesi farebbe risalire le esalazioni mortali al malfunzionamento della caldaia.
Il pm di turno, Luigi Luzi, disporrà l'autopsia sul corpo di Pietro Caputo e aprirà un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose. Una consulenza potrebbe essere richiesta per accertare la causa delle esalazioni di monossido.
