Cosa sarà il pronto soccorso virtuale per curare i pazienti tramite smartphone
Quello dell'affollamento dei pronto soccorso lombardi è un problema più che attuale. La carenza di medici di base porta sempre più persone a rivolgersi direttamente agli ospedali e lì le attese si allungano a dismisura. Per contrastare questo fenomeno, l'assessore al Welfare regionale Guido Bertolaso ha annunciato che entro fine mese la Giunta discuterà importanti novità in merito. Tra queste, l'estensione del "pronto soccorso virtuale" al momento attivo solo a Milano.
La situazione dei pronto soccorso lombardi
Lo scorso marzo il sistema informativo di gestione delle emergenze Euol implementato da Regione Lombardia ha rilevato come i cittadini in codice bianco e verde rischiano di attendere anche 16 ore prima di essere visitati. Di questi, tra l'altro, il 76 per cento dei casi vengono categorizzati proprio sotto i colori bianco e verde, ovvero i meno gravi.
Per quanto riguarda Milano, il direttore generale di Areu Alberto Zoli ha affermato che utilizzando la Centrale medica integrata (Cmi) la città ha abbattuto nel 2022 del 75 per cento i trasporti in ambulanza per i cavi non gravi, alleggerendo i pronto soccorso di circa 8mila pazienti.
Come funziona la Cmi
È questo il modello che Bertolaso vuole estendere a tutta la regione. Il Cmi, nei fatti, è un "pronto soccorso virtuale" dove vengono dirottate le chiamate che arrivano al 118 (sempre con il filtro del numero unico delle emergenze 112) e che al triage telefonico non necessitano di un trasporto in ambulanza.
Il paziente viene richiamato da un medico che lo video-visita e valuta, comunica con il suo medico di base, e se necessario rilascia prescrizioni per visite o farmaci con la ricetta. Tutto avviene tramite smartphone, senza che il cittadino debba recarsi in pronto soccorso.
Al momento la Cmi è attiva solo nella sede Soreu (Sala operativa regionale emergenza-urgenza) di Milano, ma l'intenzione è "rivedere completamente lo schema dell'intera emergenza-urgenza con un ruolo per i medici e una riorganizzazione", spiega Bertolaso: "Speriamo in cinque anni di portare tutto il sistema sanitario lombardo al passo con i tempi".