Cosa rischiano i genitori della bimba di 3 anni ferita gravemente mentre giocava con la pistola del padre
Sono indagati per lesioni colpose e omessa custodia dell'arma il padre e la madre della bambina di tre anni che mercoledì 1 gennaio in provincia di Brescia, si sarebbe colpita alla testa con la pistola carica del papà, trovata nella camera dei genitori. La bimba ha subito un'operazione al volto e si trova ora in coma, ricoverata all'ospedale di Bergamo in condizioni gravissime. L'incidente è avvenuto attorno alle 16:00 in una villetta di via Matteotti, a Gardone Val Trompia. Dalle prime ricostruzioni, i genitori sarebbero accorsi nella camera da letto dopo aver sentito il colpo e le urla della figlia. Qui avrebbero trovato la bambina di tre anni ferita con uno sparo al volto, insieme alla sorella di 5 anni illesa.
Non è ancora chiaro come le piccole siano entrate in possesso della pistola, una Beretta semiautomatica calibro 9×21, e quale delle due abbia premuto il grilletto. Il padre, ora indagato insieme alla madre per lesioni colpose e omessa custodia dell'arma, ha raccontato agli inquirenti di aver lasciato la pistola carica sul comodino per paura dei ladri, che nei giorni precedenti avevano già fatto irruzione in casa loro. Valerio de Gioia, Consigliere della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma, ha spiegato a Fanpage.it a quali conseguenze potrebbe andare incontro l'uomo in sede penale.
Quando si configurano i reati di omessa custodia di armi e lesioni colpose?
Le armi devono essere custodite con la massima diligenza, in modo tale da scongiurarne la sottrazione da parte di terzi e soprattutto impedire che qualcuno possa farsi male utilizzandole in maniera impropria. Come recentemente chiarito dalla Corte di Cassazione, "Non esiste in realtà un solo modo per custodire diligentemente le armi, ma il metodo di protezione va valutato di caso in caso, a seconda delle circostanze concrete". Quando l’arma, pur legittimamente detenuta, non viene adeguatamente custodita, il titolare risponde del reato di omessa custodia di armi e, se ha l’obbligo giuridico di garanzia nei confronti di altri soggetti (come nel caso del genitore nei confronti del figlio minore), risponde anche del delitto di lesioni personali colpose (in caso di ferimento) o omicidio colposo (nel caso di morte).
Cosa rischia chi ne è accusato?
L'omessa custodia di armi è una contravvenzione sanzionata con l'arresto da uno a tre mesi o un'ammenda fino a 258 euro. Per le lesioni personali colpose (ossia non volute) la pena è della reclusione fino a tre mesi o una multa fino a 309 euro. Se la lesione è grave, da uno a sei mesi di reclusione o da 123 a 619 euro di multa e, infine, se la lesione è gravissima, da tre mesi a due anni o una multa da 309 a 1.239 euro.
Quali potrebbero essere le aggravanti e quali le attenuanti?
Le aggravanti sono correlate alla gravità della lesione. La lesione personale è grave quando derivi una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa, oppure se il fatto comporta l’indebolimento permanente di un senso o di un organo. La lesione personale è gravissima se comporta una malattia non guaribile, la perdita di un senso o di un arto o la deformazione o lo sfregio permanente del viso.
Altra circostanza aggravante è data dalla colpa cosciente che ricorre quando l’autore del reato, pur non volendo l’evento, lo ha previsto come possibile conseguenza della sua condotta avendo però fiducia sul fatto che non si sarebbe verificato. La circostanza attenuante, invece, è rappresentata dal fatto di essersi attivato concretamente per elidere o attenuare le conseguenze dannose della propria condotta.
Se la bambina avesse trovato l'arma all'interno di un armadio e non, per esempio, sul comodino in bella vista, potrebbe cambiare la posizione del padre?
Ai fini della integrazione del reato non credo. Potrebbe al più incidere in punto di pena. Il trattamento sanzionatorio sarà tanto più elevato quanto maggiore è stata la violazione dell’obbligo di diligenza e cautela posto in capo al detentore dell’arma. Per un padre, tuttavia, non esiste pena maggiore del dolore derivante dall’aver involontariamente causato il ferimento della propria figlia.